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da caterina
C'è una ragione Scientifica che spiega perchè alcune persone scrivono con la mano destra e altre scrivono con la mano sinistra?
8 maggio 2013
Categoria: Domande
da Stella Filante
Ciao dolcissima Caterina,
Leggi questo articolo, forse potrà soddisfare la tua curiosità.
A sinistra la vita è diversa. Opposta, complicata, a volte persino colpevole, certe altre esaltante. È appesa a un giudizio collettivo che non è mai unico: perché i mancini li trattano da malati o da geni, mai da normali.
Mica a un destrorso gli chiedono spiegazioni. Invece c’è sempre uno che vede scrivere con l’altra mano e si toglie la soddisfazione: mancino? La prima volta il trauma è già arrivato: la natura sinistra pesa anche senza volerlo, quando si impugna una racchetta da tennis o si tira il calcio a un pallone. Le domande dei destrorsi, i tentativi di correggerti: non è che il futuro abbia sdoganato davvero chi vive tendendo a sinistra.
Discriminato, fino alla metà del Novecento, mortificato nel vedersi bacchettare da insegnanti e genitori la mano del diavolo, il mancino ha sperato che arrivasse la certificazione della sua normalità. Cioè la spiegazione scientifica dell’ovvio: non è che uno possa scegliere da che parte stare. Lo sceglie il caso e quindi l’imprevedibile. Lo dice Lrrtm1, un gene che se non ce l’hai ti fa sembrare come tutti gli altri, se ti capita lungo l’elica del Dna, allora ti porta a prendere sempre la sinistra. A Oxford l’hanno scoperto qualche giorno fa e hanno sancito che il 10 per cento della popolazione mondiale è così: settata asimmetricamente lungo una linea che si sposta verso sinistra. La differenza la fa proprio Lrrtm1. «Nelle persone destre la parte sinistra solitamente controlla il linguaggio e la parte opposta le emozioni. Nei mancini accade esattamente il contrario». Allora per risarcire secoli di «segregazione», gli scienziati hanno lasciato capire che c’era almeno una verità nelle dicerie popolari: i sinistri sono più emotivi e quindi più inclini alla genialità. Così Maradona, l’esempio facile facile. Poi una serie di mancini che ce l’hanno fatta a cambiare il mondo pur partendo da una condizione di menomati: Albert Einstein, Pablo Picasso, Giulio Cesare, Alessandro Magno, Napoleone, Thomas Jefferson, Winston Churchill, Bill Gates, Paul McCartney.
I mancini hanno fatto squadra. Uniti per resistere all’assalto della maggioranza destrorsa che non ha mai sopportato i diversi, si sono convinti che davvero i propri simili celebri fossero la dimostrazione di una certa superiorità. L’attenzione su di loro è cominciata negli anni Settanta, quando i ricercatori hanno considerato per la prima volta la mancinità non come un difetto, ma come una caratteristica dell’individuo. Mancava sempre qualcosa, però: quanti sono in tutto? E dove ce ne sono di più? Alla fine pare che siano più numerosi nei Paesi anglosassoni rispetto a quelli mediterranei, dove il popolo della sinistra è stato rieducato con la destra. Perché era peccato usare l’altra zona del corpo. I mancini hanno accettato, poi si sono svegliati. Hanno creato una lobby: l’autocelebrazione ha prodotto associazioni, siti internet, pubblicistica, ha fatto fare affari. La scienza è andata a rimorchio: ricerche, studi, analisi. Peggiori o migliori, i mancini? Normali o no? È finita la persecuzione: nessun educatore o istruttore sportivo si sognerebbe più di obbligare un bambino ad andare contro natura, utilizzando a tavola, sui banchi o sul campo di calcio il braccio e la gamba destri. Nessun maestro pensa di bacchettare un alunno se impugna il gesso con la «mano sbagliata».
E però non è finita quella sottile, perenne e idiota curiosità di capire se uno che scrive con la sinistra sia in grado di riuscire a farlo senza sporcarsi la mano e il foglio; oppure la costante attenzione verso il suo vivere simmetrico: «Ma come fai a mangiare con la sinistra». Nel rapporto destrorsi-mancini c’è qualcosa che non è ancora chiaro. La scienza ha rivalutato la sinistra, la società dice d’essersi convinta della genialità mancina. Però non molla davvero. Bisogna provare a leggere e ad ascoltare per capire che il linguaggio non ha abbattuto il pregiudizio: ancora oggi dicono «tiro mancino» per intendere sleale e insidioso. Uno imbranato lo chiamano «maldestro». E un tipo losco ha sempre uno sguardo «sinistro».
Buona Domenica
Stella Filante
12 maggio 2013
da Lilly
Ma che sono questi problemi?!Sembra che se uno e' mancino e' pazzo!!!Io non ho mai avuto questi problemi, non è che un genio e' sinistro, un cretino e' destro, uno strano e' sinistro ecc.Uno nasce col suo carattere, mancino o destro non vuol dire niente!!!Se uno e' sinistro scriverà "CIAO"con la sinistra ma non vuol dire che non lo sappia scrivere!!!Non capisco queste differenze!!!! Il carattere, la genialità, la sensibilità non dipendono dalla mano destra o da quella sinistra!!!!
19 maggio 2013
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