Sfoghi

da incognito per amici

Odio esserci senza esserci davvero al massimo della gioia, della positività. Odio quel voler dare tutto e frenarsi nella trappola di problemi insoluti e fantasmi inestistenti. Odio non riuscire più a ospitare qualcuno qui, nel mio mondo, perché dovrebbe convivere con questo male e tutto ciò non riuscirei a sopportarlo. Non vorrei ne provassero la decima parte. Odio che una disattenzione nemmeno voluta la debba riparare con mille e più sforzi senza la speranza di far tornare le cose come prima. Odio essere così preso dal dominio di sé e da tutto il corredo di preoccupazioni che ne seguono e non riuscire più a dedicare un me al completo alle cose che contano. Odio che mi sfugga di mano. Odio farmi carico di tutte le brutture e le viltà più odiate perché non si accetta l’inaccettabile e non si accetta che chi più avrebbe dovuto amarci ci ritenga uno sbaglio. Odio non riuscire più a credere nell’amicizia. Odio voler avvicinare qualcuno e pensare a come sarebbe meglio se ci fosse più serenità. Odio voler dare tutto, voler essere al meglio, e non riuscirci più. Odio dover passare per qualcun altro di peggiore solo perché quell’immensa ferita iniziale non si è ancora rimarginata. Fa male sentirsi soli e comunque sentire il peso della propria condizione e non volerli coinvolgere in qualcosa che non sopporterebbero e non sopporteresti li facesse soffrire perché sai dentro di te di amarli e la loro sofferenza sarebbero l’ultima cosa che vorresti. Fa male voler bene a qualcuno e dover fare cattivo viso a buon gioco perché non si feriscano. Fa male notare che comunque non serve. Fa male la consapevolezza che la cosa più giusta che tu abbia mai fatto sia stata dar credito al cuore e non riuscire a conviverci in serenità perché sono in pochi a volerlo. Fa male non aver riconosciuto gli amici da subito. Non esistono dei, filosofie, autorità che tengano quando il cuore che vive in te reclama di esistere. I moti dello spirito non si cancellano con un divieto perché siamo anima e il corpo non è che una coincidenza, una vile e fragile manifestazione. Credere così e condursi schiavo dei sensi. Una contraddizione disgustosa. Disgusto di se, di queste spoglie, di questo freddo che avvolge il cuore e chi lo circonda. Odio questa colpa impagabile ai più. Odio che ne soffrano come me. Odio non riuscire più a dar valore al bene. Ma lo giuro passerà e allora uscirà ciò che rimane vittima di mille turbamenti. Rinascerai, vero me, come sarebbe dovuto succedere: vorrei rendevi così ciò che non mi è stato reso tempo fa.

8 settembre 2013

Categoria: Sfoghi

da Anonima

Parlane con qualcuno, non tenerti tutto dentro
Se sono amici, qualunque dolore tu stia provando, lo capiranno...

8 settembre 2013