Lettere

da Leo per Beatrice

Sono qui a scrivere, in un sito che so che tu leggerai, perché so che a te piace leggere, e vorrei che tu scoprissi tutto da qui, qualunque cosa, libri, storie, testi vari, testi di canzoni e… negli anni insieme tu mi hai trasmesso questa passione.
Quando ci siamo conosciuti io avevo 15 anni e tu solo 13 anni, eri bella già da allora…poi all’età rispettivamente di 22 e 20 anni ci siamo lasciati, anzi mi sono fatto lasciare…ed oggi abbiamo 28 e 26 anni…ma si dovrebbe raccontare tutta la storia, e cercherò di essere coinciso…
Eri seduta sugli spalti con i tuoi amici, partita di calcio tra squadre, avevi un top rosso e dei pantaloncini di jeans e le superga rosse…tutto rosso, rosso come il tuo colore preferito, rosso come riflesso dei tuoi capelli, rosso come il sangue che circola nelle vene, rosse come il colore dell’amore…
E ti notai appena entrai in campo, alzai gli occhi, e notai subito il tuo sorriso, ridevi, avevi come hai tutt’oggi una risata contagiosa…e poi vidi i tuoi occhi grandi castano-verdi, un paio di occhi che parlano soli.. tu non mi notasti subito, eri impegnata a ridere, solo dopo ti accorgesti di me, e quando notasti i miei occhi fissi su di te arrossisti subito… cercai quel pomeriggio di stare il più possibile concentrato sulla partita ma mi concentrai più che altro su te…
Appena la partita finì, tu sparisti con i tuoi amici e persi e tue tracce per giorni, settimane, cercai informazioni chiedendo ad ragazzi e ragazze se avessero idea del tuo nome o se qualcuno sapesse dove trovarti….ma nulla…le mie ricerche non ebbero nessun risultato…
Tre giorni più tardi durante l’allenamento arrivò un mio compagno di squadra con le foto della partita, ed eccoti, lì in una foto immortalata mentre ridevi…ho chiesto al mio compagno se ti conoscesse e pure da lui ebbi risposta negativa, ma disse che se volevo la foto potevo tenerla, ancora la conservo, incominciai a fare copie di quella foto, non lo so perché, ma dovevo conoscerti…
Forse già da allora sapevo che non era il caso di sconvolgerti la vita, ma dovevo conoscerti, e feci veramente di tutto…
Poi finalmente, il primo giorno di scuola, avevo quasi perso le speranze dopo due settimane di ricerche, camminavo con la testa fra le nuvole nel corridoio con la tua foto nella mani, e poi ci fu uno scontro, senti un: “ahia” e dopo un secondo di pausa: “scusa”…girai lo sguardo e ti vidi, mi guardavi in attesa che ti dicessi qualcosa dopo il tuo scusa…ero come bloccato non mi uscivano le parole…ma poi ti chiesi subito se tu ti eri fatta male, poi ti spiegai tutto, ti feci vedere la foto, e tu mi rispondesti che ti ricordavi che avevamo incrociato lo sguardo alla partita.
E’ da lì fu amore…ti amai da subito…ti portai subito a casa e ti presentai ai miei dopo solo un mese, sapevo che nonostante i problemi e le situazioni avresti amato la mia famiglia, ma per la tua famiglia non fu cosi, sapevano della mia famiglia e non volevano che noi stessimo insieme…si opposero in qualsiasi modo…ma alla fine dopo liti, urla e pianti, accettarono la storia pur di non perderti, ma sicuramente non ero visto di buon occhio.
Capì io stesso che la mia famiglia potesse condizionarci, non ti facevo mancare niente, qualsiasi cosa era per te, ti regalai di tutto dalla penna al primo motorino, dalla macchina alla casa, i tuoi non vedevano di buon occhio questi regali, ma io sapevo e so che a te dei miei soldi non ti è mai interessato niente, perché anche tu stavi e stai bene economicamente…tu volevi solo il mio amore, dicevi che era il dono più prezioso…e quando parlo di condizionamenti non mi riferivo alle condizioni economiche, ma mi riferivo alle condizioni familiari alle situazioni, mi pento di averti fatto crescere cosi in fretta, di averti privato degli anni più belli della tua adolescenza, ero troppo egoista per lasciarti, non avevo il coraggio, ti amavo e ti amo e ti volevo con me.
Tu non mi hai mai fatto pesare la situazione, non mi hai mai rinfacciato le cose, non mi hai mai rinfacciato nulla, eppure nel mio piccolo di notte quando ti guardavo dormire cosi piccola ed indifesa mi sentivo morire… ti ho vista piangere un sacco di volte di nascosto e non, e ogni volta che ti vedevo piangere o venivo a saperlo mi sentivo morire…
Tu per sfogarti leggevi, qualsiasi cosa, libri di scuola, romanzi, leggevi di tutto…la cosa bella è che riuscivi a trarre il meglio in ogni libro che leggevi, coglievi il senso e in un quaderno raccoglievi tutte le tue idee, anzi dovrei parlare al presente visto che lo fai ancora oggi…
Ma nonostante tutto furono anni meravigliosi pieni d’amore, passione, progetti…
Ti avevo chiesto di sposarmi, e tu avevi accettato…eravamo felici ma infondo al mio cuore sapevo che non potevo renderti pianamente felice… io per volevo e voglio ancora che sia pienamente felice, felice davvero, dove non ti devi preoccupare dei problemi, dove non ti devi preoccupare di te…
Allora decisi, dopo notte insonni, che dovevo proteggerti da me stesso, e dal contorno…. Dovevo lasciarti, ma fui ancora egoista, non ebbi il coraggio di farlo…come diceva mia madre ha sempre avuto più coraggio lei di te…e feci in modo che tu chiudessi la storia… Io da quando ti ho conosciuto sapevo una cosa che non tolleravi e non avresti mai perdonato…e l’ho fatto…una sera provocando una discussione ti ho tirato uno schiaffo…non ci potevi credere, le lacrime non tanto per il dolore fisico ma tanto per quello emotivo, ti scorrevano senza freni sul viso, e ti sei messa d urlare, che era finita, che questo non potevi accertarlo…avevo le lacrime pure io ho provato un dolore immenso, ma sapevo che tu non saresti tornata indietro. Ma tu ancora non sai il vero motivo di quello schiaffo.
Mi hai urlato che era finita, poi sei svenuta… ti ho portato al pronto soccorso non prendevi conoscenza, ho temuto il peggio, ho chiamato la tua migliore amica, lei mi ha tirato un ceffone davanti a tutti all’ospedale, e mi ha detto: ”hai rovinato tutto, stasera ti aveva preparato una sorpresa, voleva dirti che aspettavate un bambino”, mi hanno gelato queste parole, parlavamo sempre di avere figli, parlavamo di che genitore saremo stati e dei valori che gli avremo trasmesso e insegnato…aveva ragione lei ho rovinato tutto… hai ripreso conoscenza, ti guardavo piangendo, tu ti sei subito toccata il ventre, mi hai guardato e sei scoppiata di nuovo a piangere, poi ti sei girata verso la tua migliore amica che ti ha detto di stare tranquilla che tu e il bambino stavate bene, ma che dovevi stare a riposo, senza stressarti…che il tuo svenimento era stato provocato dallo stress…ti fecero un’altra ecografia e sentimmo il suo cuoricino battere forte forte…
Non mi hai rivolto parola, sei salito in macchina con lei, e io vi ho seguito dietro ancora incredulo, per aver mandato tutto all’aria…siamo arrivati tutti a casa, appena entrati vidi i palloncini un po’ rosa e un po’ azzurri, un ciucco e delle scarpette bianche sul tavolo, mi sentì morire… ti ha fatto sistemare nel letto e poi gli hai chiesto di lasciarci soli, e così fu, mi sedetti vicino a te, e mi hai detto che volevi dirmelo stasera come avevo potuto notare avevi preparato una sorpresa, ma che avevo mandato tutto a monte, pensai di dirti la verità, perché ti amavo e già amavo quel puntino dentro di te ma in quel momento capì che la cosa migliore per te e per nostro figlio era che io stessi lontano, per proteggervi, avevi le lacrime che i rigavano il viso mentre parlavi, dicevi che avresti voluto che nostro figlio crescesse con due genitori uniti, ma non potevi perdonare quel gesto, ma che non mi avresti privato di stare con nostro figlio, non sarebbe stato giusto, sarei potuto venire ad ecografie, parto e quando volevo a vederlo… e poi hai aggiunto che non doveva andare così. Io annuì e me ne andai. Prima di sorpassare l’orlo della porta mi hai chiamato e tornai subito indietro, tra le lacrime mi hai detto che non avresti mai smesso di amarmi, non ho resistito e ti ho baciato, e ti ho sussurrato che ti amavo anche io, e poi ti diedi un bacio sulla fronte e me ne andai, rimasi sotto casa tutta la notte a piangere, a maledirmi, dissi ad Elisa di prendersi cura di te quella notte, e nei giorni a venire che l’avrei chiamata e di tenermi aggiornata su di te. Provò a fermarmi ma quando mi vide piangere mi lasciò andare.
Passarono i giorni, le settimane e i mesi, venivo a tutte le ecografie, a quella del terzo mese abbiamo scoperto che erano gemelli, fu un ulteriore corpo...comprammo tutto insieme, volevi comprare tutto tu, ma non te lo persi…
La notte del parto fu terribile, era un misto tra gioia e dolore profondo, non potrò mai dimenticarmela…non potrò mai dimenticare te, e i nostri bambini…Fu una notte di attesa e di ansia che mi consumava…mi chiamarono dopo una trentina di minuti…e vi vidi a tutti e tre… piansi piansi tanto…dopo 5 giorni tornammo a casa…restai a casa un mese vi scattai un sacco di foto…poi partii per voi…decisi di andarmene, pensai che era la cosa migliore per tutti…non volevi nemmeno più parlarmi al telefono, lo facevi a stento, e chiudevi subito…tornai il giorno del loro primo compleanno…e tu invece di cacciarmi, come speravo facessi, mi hai accolto a casa di nuovo, mi sei corsa incontro e mi hai baciato, piangendo, cercai di resistere al tuo bacio, ma alla fine cedetti…cedetti a te, ai nostri figli…arrivarono tutti, si sorpresero quando mi videro, i miei, i tuoi genitori, mia sorella e tuo fratello, i nostri amici, erano tutti increduli, non avevo detto a nessuno che sarei tornato…quando tutti ti chiesero come fai a non buttarlo fuori di casa, tu hai risposto che era il primo compleanno dei bambini, ed era giusto così, perché ero il loro padre e gli amavo, che eri arrabbiata ma non ce l’avevi fatta a cacciarmi…non parlasti più, non aggiungesti altro…la sera dopo i festeggiamenti se ne andarono tutti…ero pronto ad andarmene pure io…ero sull’orlo della porta…quando mi hai detto ti prego rimani, lanciai tutto a terra, vennì verso di te, ti presi il viso fra le mani e ti bacia, i nostri visi erano bagnati dalle lacrime, cedetti a te di nuovo. No quella sera non abbiamo fatto l’amore, abbiamo preso i bambini e gli abbiamo messi nel lettone al centro abbiamo dormito tutti e 4 abbracciati. Quella notte capì realmente che non potevo stare senza di voi, anche se ancora una parte di me pensa che senza di me sarebbe meglio. La mattina mentre i bambini erano a parco con i nonni, noi abbiamo fatto l’amore, continuavo a dirti mi dispiace, e mi scendevano le lacrime, e tu mi abbracciavi con amore con dolcezza…mi abbracciavi come solo tu sai fare… scesi dal letto presi apri la valigia e presi l’anello che ti avevo regalato quando ti avevo fatto la proposta, mi misi in ginocchio e te lo richiesi, tu mi hai detto ti ho sempre voluto sposare…ancora mi chiedo come hai fatto a perdonarmi…
Ci sposammo dopo pochi mesi, ed io ti amo immensamente ogni giorno che passa…ti chiedo scusa se ti ho fatto male, se ti ho fatto soffrire, se ti ho tirato quello schiaffo, sai perché ancora non ti ho detto niente dello schiaffo? Perché volevo che nel caso in cui tu pensassi che la vostra vita sarebbe stata meglio senza di me, tu ti potessi appigliare a quello schiaffo.
Grazie per amarmi, nonostante tutto, di esserti messa contro la tua famiglia per stare con me, per amarmi ogni giorno che passa, per avermi reso padre per la quarta volta…farò di tutto per proteggervi, per farvi vivere felici. Di tutto.
Vi amo più della mia vita.
Leo.

25 gennaio 2014

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