CATEGORIE
da Anonimo
C'è differenza tra la schiavitù del 1600-1700, e la schiavitù di oggi? Me ne parlate?
29 marzo 2014
Categoria: Domande
da Anonimo
oggi la schiavitù non è legale, forse questa è l'unica differenza
29 marzo 2014
da Chiara
E' un argomento molto serio grave e lungo. Quello che ti posso dire è che la schiavitù esiste ancora oggi nonostante sia vietata nella maggior parte dei paesi dove viene praticata. È proibita anche dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo del 1948 e dalla Convenzione Supplementare sull'abolizione della schiavitù, la tratta degli schiavi e delle istituzioni e pratiche analoghe alla schiavitù dell'ONU del 1956. Donne dell'Europa dell'Est sono trascinate nella prostituzione, bambini sono venduti e comprati da un paese all'altro dell'Africa occidentale, e uomini sono costretti a lavorare come schiavi nei latifondi agricoli brasiliani.
La schiavitù contemporanea prende molte forme e riguarda persone di tutte le età, sesso e razza.
La schiavitù è presente in tutti i 162 Paesi su cui è stata condotta l’indagine, anche se per quasi la metà sono concentrati in una nazione, l’India. Le persone che vivono in schiavitù lì sono 13, 9 milioni di ogni età e sesso, costretti a lavorare nelle fabbriche come a dedicarsi alla prostituzione. Un dato che allarma e che deve far riflettere, visto che riguarda uno dei Paesi Brics, ovvero quelle economie emergenti considerate le locomotive della nuova globalizzazione. Dopo l’India è la Cina quella ad avere il maggior numero di schiavi, un altro Paese dei Brics dove 2, 9 milioni di persone vivono in cattività. Fanno seguito nella classifica della vergogna Pakistan (2, 1 milioni), Nigeria (701.000), Etiopia (651.000), Russia (516.000), Thailandia (473.000), Repubblica democratica del Congo (462.000), Myanmar (384.000) e Bangladesh (343.000). Numeri raccapriccianti che non sono estranei nemmeno a società moderne, emancipate e democratiche come gli Stati Uniti, dove circa 60 mila persone vivono in stato di schiavitù. Sono americani, ma soprattutto stranieri provenienti da zone come Messico, America centrale e Paesi caraibici. Questo perché, come dimostra un recente studio, gli Usa sono sempre di più meta finale del traffico di essere umani.
«Oggi ci sono persone che già dalla nascita si ritrovano in condizione di schiavitù, specie in Africa occidentale e Asia del sud - spiega il dossier di Walk Free - Altre però vengono catturate e rapite e diventano merce di scambio, altre ancora vengono attratte con false promesse». Lo studio fa riferimento a tutta una serie di casistiche, in cui sono compresi, ad esempio, i matrimoni forzati e l’impiego dei soldati bambino, o, in alcune realtà come Haiti, il fenomeno dei Restavek, bambini schiavi mandati dalla rispettive famiglie poverissime, a servire in quelle dei ricchi e sottoposti a maltrattamenti e abusi pesantissimi. Il cuore di tenebra caraibico è infatti al secondo posto col 2% nella classifica che valuta il tasso di schiavitù sul totale della popolazione, preceduta solo dalla Mauritania con quasi il 4%. Seguono quindi Pakistan, India, Nepal, Moldavia, Benin, Costa d’Avorio, Gambia e Gabon. La palma dei virtuosi va invece all’Islanda con meno di cento schiavi, seguita da Irlanda, Gran Bretagna, Nuova Zelanda, Svizzera, Svezia, Norvegia, Lussemburgo, Finlandia e Danimarca. L’Italia è distanziata al 30 esimo posto della classifica virtuosa, ovvero è il 132 esimo Paese per numero di schiavi con circa 8.000 unità. I ricercatori però avvertono che i numeri, anche negli Stati più benestanti, sono in aumento rispetto al passato.
La tratta dei neri, ossia il commercio di schiavi africani, iniziò subito dopo la scoperta dell’America, ma assunse dimensioni impressionanti nel XVII/XVIII secolo.
Fin dal Medioevo gli Arabi commerciavano in schiavi africani, che erano destinati all’esercito o agli harem dell’impero ottomano. Fra gli Europei, i primi mercanti di schiavi neri furono i Portoghesi, presto seguiti da tutti i paesi che avevano colonie in America. Gli schiavi erano impegnati soprattutto nel massacrante lavoro delle miniere e delle piantagioni (di tabacco, canna da zucchero, cacao, caffè, cotone).
In un primo momento i coloni provarono a servirsi delle popolazioni indigene dell’America, ma gli Indios erano pochi, indeboliti dalla fame e dalle malattie, e non resistevano alla fatica, Furono impiegati anche degli europei, soprattutto criminali condannati al lavoro forzato, ma anche adulti e bambini rapiti. Il loro numero, tuttavia, rimaneva sempre insufficiente. La manodopera nera invece non solo resisteva ai climi caldi, ma costava poco e sembrava inesauribile.
All’inizio gli schiavi erano catturati dagli stessi negrieri, che circondavano di sorpresa i loro villaggi e tendevano reti nelle foreste per intrappolarli, proprio come se fossero stati animali.
Successivamente, quando la richiesta di schiavi divenne più pressante, alcuni re africani accettarono di collaborare con gli Europei, organizzando razzie o guerre contro le altre tribù per procurare prigionieri.
Dai luoghi di cattura all’interno del continente gli schiavi venivano incolonnati verso i porti d’imbarco. Vi giungevano in lunghe file, a volte dopo mesi di cammino, stretti l’uno all’altro da collari chiusi intorno al collo. Chi non resisteva alla lunga marcia veniva abbandonato o lasciato morire. Prima dell'imbarco gli schiavi erano marchiati con un ferro rovente e battezzati con una frettolosa cerimonia.
Iniziava poi il tormentoso viaggio verso l'America su navi stipate fino all'inverosimile, dove gli schiavi venivano ammassati in locali non più altri di un metro e mezzo, quasi privi di aria e luce. Qui, nudi e incatenati a due a due, avendo a disposizione uno spazio di non più di cinquanta centimetri ciascuno, compivano traversate che potevano durare anche due o tre mesi.
Naturalmente, la mortalità era altissima. Molti si ammalavano per il sudiciume, la facilità di contagio, l'alimentazione inadatta: alcuni, spinti dalla disperazione, si suicidavano; i più deboli e i più malati venivano lavati, rasati, lucidati con olio perché facessero bella figura e venduti all'asta al mercato. Li attendeva nelle piantagioni e nelle miniere una vita durissima e logorante, a cui si aggiungeva, spesso, la ferocia di padroni disumani.
Non sappiamo con certezza quanti schiavi neri siano stati portati in America nei tre, quattro secoli in cui si praticò la tratta. Furono certamente molti milioni, almeno dieci (ma alcuni storici calcolano cifre assai più alte).
Per l'Africa la tratta significò un' enorme catastrofe. I negrieri sceglievano di preferenza uomini e donne forti e sani, ancora in età da potersi riprodurre. A causa del loro forzato trasferimento, famiglie e villaggi furono distrutti, intere regioni si spopolarono e lo sviluppo dell'Africa fu interrotto, con conseguenze che pesano ancora oggi sull'economia del continente.
Gli europei invece trassero dal commercio e dalla colonizzazione del mondo grandi vantaggi economici e l'errata convinzione di essere superiori ad ogni altra razza, soprattutto a quella nera.
Ti consiglio di leggere I have a dream. L'autobiografia del profeta dell'uguaglianza di Martin Luther King e di ascoltare il suo discorso sempre I have a dream" ("Io ho un sogno") tenuto da Martin Luther King il 28 agosto del 1963 davanti al Lincoln Memorial di Washington al termine di una marcia di protesta per i diritti civili.
29 marzo 2014
da Bob
Questa è molto più raffinata e ti fa credere di essere democratica ma l'ingiustizia e l'inganno è notevole e ti fa credere che ci sia libertà di pensieri e di idee ma non è assolutamente così, sui quotidiani italiani vieni censurato quasi sempre, guai a dire le verità agli italiani...
Il potere prima è militare, poi industriale economico, poi politico sindacale e per ultimo il quarto potere del quale Robert Redford ha girato un film, il quarto potere:-I mass media, ti infarciscono di notizie ingannevoli e fuorvianti la realtà.
30 marzo 2014
da ernesto
Gli schiavi di un tempo sapevano di essere schiavi. Oggi siamo tutti schiavi ma non lo sappiamo.
5 aprile 2014 - Napoli
© 2001-2021 by SCRIVILO - Tutti i diritti riservati
p.iva 01436330938