Lettere

da Edoardo per Beatrice

Eccomi qui, in questo sito a scrivere di noi…di quello che eravamo, di quello che siamo e pieno di dubbi su quello che saremo…
Io sono sicuro che leggerai questa lettera, sono sicuro perché tu ami questo sito.
Dovrei raccontare tutto dall’inizio, altrimenti non credo che qualcuno al di fuori di me e di te, e dei nostri amici capirebbe molto.
Iniziamo col dire allora che io ho 20 anni e tu mia dolce Beatrice 26.
Abitiamo uno di fronte all’altro da sempre…i nostri genitori si conoscono diciamo da tutta la vita, come me e te… sempre insieme, sempre uniti… sempre una grande famiglia.
All’entrata di casa mia e di casa tua ci sono attaccate messe in sequenza tre foto...la prima ritrae te seduta sul divano di casa mia che mi tenevi imbraccio pochi giorni dopo la mia nascita avevi solo tre anni… la seconda il giorno del tuo 18 compleanno, una foto scattata di nascosto senza dire “giratevi che vi facciamo una foto” mentre guardandoci negli occhi ridevamo di qualcosa…la terza il giorno del mio 18 compleanno mentre ballavamo…come eravamo felici in quelle foto…poi ci sono altre foto sparse per casa con tuo fratello e mia sorella… tuo fratello di qualche anno più grande di te e mia sorella che è la più piccola fra i 4… ci siamo sempre considerati “fratello e sorella”, abbiamo fatto veramente tutto insieme, tutto… mi accompagni a scuola o io ti venivo a prendere con la macchinina o lo scooter prima a scuola e poi all’università… eravamo veramente una cosa sola… non solo io e te, ma io, te, Niccolò ed Elisa… quante volte mi hai coperte dalle sgridate die miei e quante volte me l’hai cantate da brava” sorella maggiore”…mentre io quante volte sono stato geloso quando mi dicevi che un ragazzo ti faceva la corte o che ti eri fidanzata, ho incominciato ad essere geloso di te credo da sempre, anche quando ti abbracciava Niccolò o prendevi Elisa in braccio ero geloso di te. Ho capito che da piccolo adolescente com’ero a 12 anni mi stavo innamorando della mia “amica sorella” più grande, e credevo fosse sbagliato, quindi l’ho tenuto per me fino a poco tempo fa… perché preferivo fare parte della tua vita, vederti felice con qualcuno anche se non ero io che turbare il nostro rapporto e i vari equilibri nelle famiglie.
Avevi 20 anni ed io 14, Niccolò appena 22 ed Elisa 6. Niccolò muore, muore per un brutto male, ce l’ha portato via in poco tempo… fa male ricordare quel giorno fa male da morire… quando i tuoi genitori sono venuti a bussare dai miei in lacrime raccontando tutto, ed io sentendo che tu eri chiusa in stanza piangendo con Niccolò fuori dalla porta che cercava di darti coraggio, mi ero domandato perché non mi avessi cercato, presi il cellulare notai il silenziatore attivato e vidi le tue 10 chiamate e i tuoi 25 messaggi, non ci pensai due volte l’avrei fatto comunque anche se tu non mi avessi cercato, l’avrei fatto perché tu eri e sei tutto per me, ed Niccolò era per me ed è il mio fratellone…attraversai il mio cortile saltai la straccionata ed entrai nel tuo, incomincia a suonare il campanello come un pazzo, fin quando Niccolò con un’aria distrutta mi aprì la porta, lo abbracciai, mi abbraccio cosi forte, dicendoci tutto in quel silenzio, avevo solo 14 anni ma come diceva lui e come dicevi e dici tu sei molto più grande della tua età, mi disse “il mio fratellino” piangendo e piansi dietro di lui…Salì la rampa di corsa e ti implorai di aprirmi la porta di camera tua, me l’hai aperta, con quell’aria distrutta e logorante facevi fatica a reggerti in piedi e mi appoggiasti a me urlando e piangendo, ti strinsi più forte, piangendo con te, e poi Niccolò ci avvolse in quel suo abbraccio meraviglioso, rimassimo fermi in quel modi per 10 minuti…20 giorni dopo Niccolò morì, le metastesi l’avevano divorato, aveva un filo di voce quando il girono prima della sua morte mi disse: ”prenditi cura di lei”… quanto urlasti e quano ti sei logorata quel giorno e il giorno del funerale…passammo un periodo seriamente difficile, tu sempre più magra quasi trasparente, ed io che mi sentivo impotente davanti al nostro e al tuo immenso dolore. Poi un giorno durante una litigata ti dissi urlando:” Niccolò non avrebbe voluto vederti così, ti avrebbe preso a ceffoni, lui è qui con noi e lo stai solo facendo soffrire, lui voleva vivere e tu ti stai lasciando morire facendo così” e lì partì un tuo schiaffo, piangevi e dopo aver visto che dopo quello schiaffo ti abbracciai tu mi dicesti “vivrò per lui, per me, e per noi”…
Un anno dopo essere andati al cimitero, ti sei tatuata, esattamente quando rincorreva il giorno della sua morte, il suo nome dentro un’ala di farfalla sulla caviglia sinistra… ed io ero liì con te… ti amavo sempre di più, e forse tu l’avevi capito…
Qualche giorno dopo mi presentasti il tuo ragazzo, di cui già sapevo tutto, si vedeva da un miglio che era follemente ed è innamorato di te, mi disse” Piacere io sono Demi, Beatrice mi ha parlato di te, sempre e tanto, e volevo ringraziarti per tutto, spero diventeremo amici”, feci un sorriso sforzato e li dissi “piacere Edoardo” mi limitai a questo ma col tempo siamo diventati amici, me lo sono fatto piacere… Ti amavo e ti amo e avrai accettato tutto pur di starti accanto…
Il rapporto tra noi non era cambiato nonostante lui, anzi era solo aumentato e diventato ancora più grande e profondo… ho chiesto ai miei l’autorizzazione per farmi un tatuaggio a 16 anni ricordi quel giorni? Io si, li pregai, loro dopo aver sentito le mie motivazioni, accettarono a patto che tu venissi con me, ed io dissi è scontato che mi accompagni lei… per tutto il tragitto mentre guidavo la macchina mi chiedesti “ ma cosa ti vuoi tatuare, dove e perché?” io ti rispondevo semplicemente di non fare la curiosa che sarebbe stata una sorpresa… quanto hai sbruffato mamma mia, ma rimanevi sempre bellissima, anche se sapevo benissimo quanto ancora stavi male e che quel dolore lo porti dentro come non mai, come lo porto io, come lo portano le nostre famiglie…dietro quel sorriso contagioso, dietro quel verde speranza dei tuoi occhi, c’era nascosto un grande dolore….comunque arrivati lì dal nostro tatuatore…ti dissi di entrare consegni l’autorizzazione dei miei e lui ci fece entrare nella stanza…mi disse:” Allora Edoardo che cosa vuoi tatuare?” e tu lo guardasti con la faccia di una che stava dicendo non mi guardare che non ne ho idea, a quel punto ti presi la mano:”Voglio sull’avambraccio sinsitro 4 stelle e sotto queste stelle voglio che tu scriva “ Niccolò” mi buttasti le braccia al collo piangendo e dicendomi che era meraviglioso e ringraziandomi, ti spiegai che le 4 stelle eravamo io, tu, Niccolò ed Elisa, sempre uniti e sempre insieme, ma che volevo il nome di Niccolò indelebile sulla pelle com’era indelebile nel mio cuore. Anche a te venne la felice idea mentre eravamo lì di fare un tatuaggio, il secondo, “Vivi dentro ogni battito del cuore”,e al posto dei puntini di sospensione di eri fatta fare quattro piccole stelline…2 all’inizio e due alla fine… lo stesso punto dove io avevo fatto le stelle… i nostri genitori quando videro i tatuaggi rimassero scioccati, per fortuna non siamo mai stati tipi appariscenti quindi abbiamo fatto fare si i tatuaggi ma piccoli ed eleganti come siamo noi…si aspettavano il mio ma anche il tuo no, ma rimasero felici e commossi, non erano tatuaggi fatti a caso, avevano un significato preciso e soprattutto vero e profondo…
Quante volte ti ho scritto che ti ho sempre amata? Un’infinità…
Mi hai seguito in tutte le mie partite e trasferte portando con te Elisa e qualche volta quando non era impegnato anche Demi. Ed io ti accompagnavo ad ogni esame e o qualcosa si altra cosa dovessi fare. Sempre insieme.
Ti ricordi che non volevo festeggiare il mio 18 compleanno, si che te lo ricordi, mi avevi stonato la testa dicendo devi festeggiare e bla bla bla, ed io dicevo che era un compleanno come un altro e non volevo festeggiarlo perché nonostante fossero passati 4 anni dalla more di Niccolò non mi sembrava giusto, nei suoi confronti e in quelli della tua famiglia ed anche della mia, dato che l’hanno cresciuto come un figlio?
E tu Beatrice invece, quel giorno mi hai portato in giro a fare shopping, dicendo che saremo semplicemente usciti a cena con le nostre famiglie, invece loro mentre tu mi distraevi stavano organizzando una meravigliosa festa a sorpresa… abbiamo comprato un sacco di vestiti, ed altre cose, ci siamo cambiati direttamente in un negozio perché hai detto che ci aspettavano già lì Elisa, i miei ed i tuoi, ed io ci sono cascato come un fesso… quando sei uscita da quel camerino con quel vestito verde speranza in perfetto abbinamento con i tuoi occhi sono rimasto realmente senza fiato, io ero in diciamo smoking con una cravatta verde abbinata perfettamente da te e a te… ho pensato seriamente di baciarti in quel momento… salimmo in macchina guidai io perché tu con quei tacchi e con quel vestito non potevi sicuramente guidare, prima di arrivare al ristorante, mi dicesti di fermarmi…
Mi fermai di botta, ed eccoti scendere dalla macchina, aprire il cofano e tirare fuori da dentro una borsa dove io sapevo che tu mettevi sempre le cose dell’università due pacchetti… uno più grande e uno più piccolo… tornasti dentro e mi porgesti il primo pacchetto quello più grande ti guardai quasi interdetto, apri il pacco senza parlare, ed ecco un portafoto doppio con due foto dentro, in una “io e Niccolò il giorno del tuoi 18 anni abbracciati come due fratelli” e accanto sempre il giorno dei tuoi 18 anni “io, tu, Niccolò ed Elisa” e sopra questa foto incisa la frase “Para mi Para siempre” (per me per sempre), mi commossi, tu mi prendesti il viso tra le mani dicendomi grazie ed abbracciandomi come solo tu sai fare, e poi mi porgesti il secondo pacchettino quello più piccolo, un bracciale e una collana, entrambi avevano un ancora, ti guardai e tu me li facesti indossare ed incominciasti a leggere un piccolo discorso che mi avevi trascritto su un bigliettino in modo tale che potessi conservarlo per sempre faceva cosi “L’ancora è stabilità, fiducia, e salvezza. Tu mi hai salvato. Mi hai salvato tante volte, e io ti salverò. Ci unisce un grande affetto ma anche un grande dolore. Tu sei la mia ancora. Niccolò… Niccolò sapeva che ero in buone mani qui e che ci sarebbero state sempre due braccai forti pronte ad abbracciarmi in qualsiasi momento. Sei tutto per me e niente e nessuno potrà mai cambiare ciò. Sei la mia salvezza. Credo di averti scritto abbastanza quindi concludiamo. Serva me. Servabo te. Salvami. Ti salverò. Ps. Lo sai che amo le lingue soprattutto spagnolo e latino, quindi non sarebbero mai mancate in qualsiasi mio regalo. Buon compleanno tesoro mio! “ Ti abbracciai piangendo, e tu idem, ti stringevo a me che ti ho tirata e fatta sedere in braccio a me stando attento a non strapparti il vestito, dicendoti all’orecchio grazie e lasciandomi stringere da te, cosi piccolo e fragile. Ti baciai, non resistetti veramente più, e se all’inizio provavi a fare resistenza poi ti sei lasciata andare, fu un solo lungo ed interminabile bacio. Fummo sconvolti, decidemmo di fare finta di niente, ma eravamo felici nello stesso tempo. Facemmo finta di niente. E una volta arrivati al ristorante io ti chiesi perché tutte le luci erano spente e tu facevi spallucce, una volta entrati nella sala eccoli accendere le luci e gridare “auguri” le nostre famiglie, amici e parenti, tutti lì… mi emozionai e ti ringrazia, per fortuna Demi non c’era era partito per lavoro, non avrei retto quella sera a vederti con lui subito dopo il nostro bacio. Fu una bella festa, ricca di emozioni, il video da quando sono nato fino ai miei 18 anni fu una delle cose più belle di tutta la serata, rivedere Niccolò sentirlo parlare e ridere in alcuni pezzi del filmato fu veramente qualcosa di toccante, il tutto sempre fatto da te.
Eravamo confusi da quel bacio, almeno lo eri tu, io no.. lo volevo benissimo. Ed evitammo l’argomento. Ma una altra tragedia su di noi ci stava per arrivare come un fulmine a ciel sereno.
La strada era bagnata, ero stanco. Tu ed Elisa eravate a casa tua da sole, mentre i nostri genitori erano fuori per una cena di lavoro. Avevo fretta di tornare da voi, visto il tempo. Mi sentii travolto da qualcosa di gigante, un suv mi aveva tagliato la strada. Poi ricordo veramente poco niente. Mi faceva male tutto, questo me lo ricordo. So dai racconti che sono stati fatti dai medici dell’ambulanza e da te, Elisa e dai nostri genitori…che avevano preso il mio cellulare e visto che a casa non rispondeva nessuno, avevano chiamato sul numero dove c’era scritto: “Casa 2” perché cosi era memorizzato il numero di casa tua…rispondesti tu al telefono, Elisa mi raccontò come cadesti a terra una volta parlato con la polizia…gli hai detto prendi il giubbotto Edo è in ospedale. Ti tremavo la voce diceva Elisa, guidavi con le lacrime che ti scorrevano sulle guancie mentre cercavi di calmare Elisa, nel frattempo eri riuscita a contattare i miei e i tuoi, vi dovevate vedere all’ospedale. Arrivammo in contemporanea io su quella parella con tutti quei tubi e l’ossigeno attaccato ed tu ed Elisa abbracciate disperate, correste verso la parella mi prendesti la mano, e mi ricordo vagamente che urlavi “andrà tutto bene”, un medico ti cacciò e ti fece indietreggiare, prendesti Elisa e vi abbracciavate a vicenda, parlasti con i medici ma ancora non sapevano molto arrivarono i miei, e i tuoi, e poi arrivò anche Demi.. le ore passavano e nessuno diceva niente. Poi ad un certo punto ecco arrivare un medico:”ha bisogno di un rene nuovo”, le mani ai capelli, Elisa mi ha detto che ti sei messa ad urlare contro un medico dicendo “ ho perso già mio fratello, non posso perdere anche lui”, nessuno dei miei poteva donarmi un rene, a mia mamma era già stato tolto un rene anni prima, a mio padre uno non funzionava bene. Urlasti che volevi fare gli esami tu, che me lo avresti donato tu il rene se eravamo compatibili, e tu eri compatibili. Quando entrasti in stanza mi dicesti:”Serva me.Servabo te” e mi desti un leggero bacio sulle labbra. Quando Demi seppe dell’operazione si oppose, non voleva, questo me lo raccontarono i miei, e quando lui ti ha dato l’ultimatum “o lui o io” tu gli hai detto “sceglierò sempre Edoardo”. L’operazione andò bene. Non mi mollasti un secondo. Parlavamo di tutto e di più, tranne dell’argomento più importante cioè di “noi”. Sapevo delle tue urla disperate la sera dell’incidente, di quelle parole pine di dolore, che hai voluto fare per forza tutti gli esami per vedere la compatibilità, di Demi, di com’era finita, ma di “noi” no, tu non volevi parlarne, evitavi l’argomento.
Un paio di mesi dopo eravamo dal tatuatore a tatuarci la frase” SERVA ME. SERVABO TE.”, tre mesi fa eravamo fuori nel cortile da me seduti sul dondolo e ti dissi: “Beatrice io ti amo”, ti cadde il bicchiere dell’acqua a terra, mi guardavi scioccata e impaurita senza dire una parola, mi guardasti di nuovo dicendo “vado a casa”, non potevo crederci ti ho detto che ti amavo e sapevo che sentivi la stessa cosa o quanto meno qualcosa di simile, quindi non mi capacitavo. Ti presi dal polso per farti girare verso di me vidi le lacrime, e capii..capii che provavi lo stesso ma tu avevi troppa paura della gente, della differenza di età troppa, ti diedi un bacio e ti lasciai andare…
Abbiamo provato ad evitarci in tutti i modi in questi mesi, ma le tragedie per noi non erano finite, io non so cosa abbiamo fatto di male per meritarci questo, però ringrazio veramente chi sta lassù che ci ha dato sempre la forza di superarle, forse sapevamo che l’unione tra le nostre famiglie era ed è veramente grande, è l’unione fa la forza…
E come dicevo, dopo mesi, di silenzio o comunque di poche parole, una sera i miei dicono andiamo da Beatrice noi i suoi ci vogliono parlare, Elisa dorme dalla nonna, non capìì, ma le loro facce erano cupe…
Dieci minuti dopo senti suonare all’impazzata il campanello, aprì la porta e ti vidi li, appoggiata al bordo della porta con gli occhi pieni di lacrime, ti sei messa in ginocchio e con le mani appoggiate a terra, ti guardavo interdetto, alzando lo sguardo verso di me pieno di lacrime, mi hai detto “mio padre ha un tumore”, crollai vicino a te, ti abbracciai, ti lasciasti abbracciare, entrammo dentro a fatica, non ti davi pace, provai a calmarti rassicurandoti che sarebbe andato tutto bene. Ti lasciasti coccolare quella notte, mandai un messaggio a mia madre per digli che avresti dormito da noi, eri trooppo sconvolta per tornare a casa, ed mia mamma risposte che per i tuoi andava bene, e che lori si sarebbero fermati ancora da te…potevamo dircelo dal giardino eppure per non lasciarti solo preferi non muovermi dal divano. Ci addormentammo abbracciati sul divano, stretti, ti addormentasti piangendo…ti ho guardato dormire per almeno due ore assicurandomi che avresti riposato tranquilla, quando rientrarono i miei alzai il braccio per fargli capire di non fare rumore per non svegliarti, mia mamma si avvicinò e quando ti vide scoppiò in lacrime, vidi pure mio padre disperarsi mentre saliva le scale.
La mattina ti svegliasti facendo un sussulto spaventoso, poi ti scusasti con me per avermi svegliato, ti rifugiasti ancora nelle mia braccia, ci alzammo andammo tutti e 4 a casa tua, tuo padre sarebbe stato operato qualche giorno dopo.
Siamo ad oggi, la cura sembra avere buoni risultati, ed io e te, sempre vicini, sempre uniti, sei terrorizzata dalla gente, da quello che potrebbe dire, ma Amore mio, io non ho paura, non ho paura di niente se ci sei tu, voglio che tu ti renda conto di ciò e che tua abbia il coraggio di esprimere davvero i tuoi sentimenti. So che mi ami, lo so perché ti conosco da sempre e ti amo da tutta una vita. Tutti hanno capito che ci amiamo, ma devi dirlo a te stessa. Io ti aspetterò, ti aspetterò tutta la vita se serve. Voglio sposarti, voglio avere dei figli con te, voglio che mio figlio porti il nome di “NICCOLO’” come a quello zio che purtroppo non l’ha potuto conoscere, ma che faremo vivere in lui attraverso i nostri ricordi. Andrà tutto ben, te lo prometto.
Ti amo Beatrice.
Serva me. Servabo te.
Tuo da sempre e per sempre Edoardo.

20 luglio 2014

Categoria: Lettere

da anonimo

Nonostante le tragedie che vi hanno colpito e che purtroppo fanno parte della vita di ciascuno di noi...la tua è una storia bellissima...è un grandissimo amore...sei una persona fortunata amico mio.

20 luglio 2014

da elena

con le lacrime agli occhi vi dico: questo è vero amore

20 luglio 2014 - Trieste