Lettere

da Meg

Per me anche tu hai un Pò bisogno di me.Non sto dicendo che tu vivi me con la stessa intensità con cui io vivo te.Dico solo che in parte anche tu pensi a che cosa é successo tra me e te, credo che anche tu volessi parlarne.So che avrei dovuto farlo.Ma non mi andava...e questo perché purtroppo io sono cosi.É infantile come risposta ma é quantomeno riassuntiva del perché io delle volte mi comporto in un certo modo.Quando ti ho incontrato per caso poche sere dopo, ho sentito il gelo più netto e tagliente che avessi potuto immaginare venire da te, e per l'ennesima volta mi hai tirato uno scacco e mi hai regalato un piccolo dolore.Io capisco e voglio ammettere che sono stata incomprensibile sotto certi aspetti, ma tu mi hai trattata come se fossi l'ultima delle sceme e neppure tu sei stato poi cosi chiaro, a,pensarci bene.
Si perché nemmeno tu mi hai mai detto apertamente e chiaramente ciò che caz.zo volevi da me...
Eppure eri sempre tu a chiamare, sempre tu a cercarmi
E dico si...va bene ho sbagliato, ma perché tu non hai almeno tentato un pochino, un minimo, almeno un Pò di capire perché io mi stessi comportando in quel modo indecifrabile?
Se magari ti fosse presa voglia di saperlo, avresti scoperto che assumevo quell'atteggiamento perché ho avuto paura di perderti ancora.Erano mesi che che ci vedevamo ogni giorno dopo ciò che era accaduto, e ricordo la fatica che facevo per non toccarti standoti vicino, immezzo agli altri, e ricordo quanto stavo bene quando ci guardavamo.
Tu mi cercavi anche al di fuori delle nostre uscite con il gruppo di amici, ma non erano conversazioni piu di tanto intime.
Poi un bel giorno, o meglio una bella notte, ti viene voglia di cercarmi per chiedermi di vederci il giorno dopo.
Non era chiaro ciò che volevi da me, una cosa però era chiara come una l'aurora:io ero assolutamente e fot.tutamente pazza di te.E ti avrei ripetuto quel si millemiladuecento volte.
Non ero nella condizione di darti nulla perché non ero sola ma ero pronta a darti tutto.A rinunciare a tutto per te.
Perciò forse avresti potuto capire le mie paure, comprendere il perché all'improvviso prendevo le distanze...non dico di essere stata matura ed intelligente ad essermi comportata cosi, ma se un Po almeno ci tenevi, che ti costava provare almeno a dirmi che avevo?
Io ti avrei detto la verità, che purtroppo ero cotta e stracotta di te e che mi dispiaceva parecchio ma io non potevo farci nulla.E che avevo paura che tu poi avresti cancellato ogni cosa con un soffio come avevi già fatto, e avresti continuato a starmi vicino come fingendo che tra noi non fosse successo nulla.Avevo quell'ancestrale e naturale paura di perdere ciò per cui in quel momento mi alzavo dal letto.Avevo solo paura ed é per questo che sono fuggita a gambe levate, é per questo che mi sono comportata da pazza, e per questo che oggi non ti guardo in faccia.
Perché quando ti vedevo mi sentivo meglio e perché ti amavo senza averlo ben capito nemmeno io, si ti amavo e nessuno mi avrebbe fatto desistere dal sogno di poterti avere.
QUESTA é la verità...unica e sola.Peccato tu non l'abbia mai voluta ascoltare...io credo sia stato un peccato.

11 ottobre 2014

Categoria: Lettere

da Anonimo

Certo avete sbagliato entrambi però in molte storie d'amore succedono di questi cortocircuiti, uno pensa che... l'altro pensa che...e tutto finisce o come in questo caso non inizia nemmeno...oppure uno pensa di amare di più oppure pensa che l'altro non si merita il suo amore o che dovrebbe fare di più per meritarlo Il fatto è che molto spesso non riusciamo a metterci sufficientemente nei panni dell'altro, pensiamo solo a ciò che noi soffriamo o abbiamo sofferto senza mai pensare a ciò che l'altro/a può aver sofferto o al perché assuma certi atteggiamenti, scusami ma la tua dedica anche se non c'entra con me, mi ha fatto riflettere sulla mia storia, so che ti danno fastidio queste intrusioni perciò mi scuso...ciao Meg

12 ottobre 2014

da Anonimo

Anonimo, a me non danno fastidio le intrusioni se non sono tali, e la tua non lo é stata.
Infatti un conto é prendere spunto da quello che dico per trarne un ragionamento, un pensiero, o un paragone con le proprie vicende.
Un conto é uscire dal buon senso e arrogarsi il diritto di pensare di essere il destinatario e di rispondere come tale.
Quando non sono di questo tenore, a me i commenti fanno solo piacere e tra l'altro trovo molto vero ciò che hai detto.

13 ottobre 2014