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da Swallow
Il tempo scorre e tu non sei con me.
Ad ogni giorno che passa, mi ritrovo sempre di più sulla difensiva, ad aggiungere rapidamente mattoncini al muro della mia emotività che soltanto la tua presenza è finora riuscita a sgretolare.
Mi conosco molto bene e se si farà poi troppo alto, nemmeno tu potrai più tirarlo giù.
Soprattutto adesso che con la nuova consapevolezza di un sentimento molto profondo, il mio spirito combattivo si fa più forte nel tentativo di preservarmi dal farmi male.
Era questo il periodo fertile, approfittando delle piccole crepe attraverso cui la luce iniziava a farsi strada verso il mio cuore.
Riusciva a reggere il passo del mio muro, superandolo, e via via lo riduceva, disarmandomi.
Ma forse non l'hai colto, o non fino in fondo, o magari non ti è interessato.
Mentre adesso, sento già le mura ergersi molto velocemente attorno al mio cuore e la distanza inizia a far trapelare il freddo al posto del tepore che teneva caldi i miei sentimenti, propensi a fruttare.
L'inverno sta tornando a congelare la mia emotività e tu sei l'unico antidoto.
Proprio adesso che sento così forte la paura di ciò che provo e mi sento così fragile, questa parte di me ha bisogno del tuo calore. È questo il momento in cui ho più bisogno di te, anche se non so chiedertelo.
Ma ancora non sei qui e, di questo passo, non so neanche se arriverai in tempo.
15 aprile 2015
Categoria: Lettere
da Anonimo
E quando provo questo che mi chiedo perché...perché con te subentra quel l'istinto di proteggerti da me, come da una pianta velenosa. Cosa dovrei rispondermi?
15 aprile 2015
da Donna
Non sai quanto ti capisco...purtroppo
15 aprile 2015
da Anonimo
il tempo non è mai stato dalla nostra parte eppure siamo qui a cercarci.e sono fragile anch'io dopotutto.
15 aprile 2015
da Swallow
Per il primo anonimo:
Anche se non ci conosciamo, ti do la mia risposta/riflessione in merito, chissà che non possa essere di spunto anche per te.
Io credo che, tolte celate cattive intenzioni per cui ritengo si sia in dovere di proteggere gli altri da noi stessi, ognuno di noi sia in grado di difendersi per conto proprio da chi abbiamo di fronte.
Come ritengo che succedano degli incontri tra vite, in cui si decida di non volersi affatto difendere da qualcuno, ma piuttosto di accogliere chi abbiamo davanti, accettandolo per quello che è, nel bene e nel male (entrambi aspetti di cui d'altra parte siamo tutti costituiti).
E dico questo, perchè alla fine, in un rapporto onesto con se stessi, in cuor proprio si sa sempre cosa una persona ci può dare e cosa ci può togliere, come viceversa, si sa cosa possiamo dare noi e cosa no..
Alla luce di ciò, ritengo che sia soltanto una responsabilità personale decidere da chi ci si debba difendere.
E, sempre partendo dal presupposto di un rapporto onesto basato su buone intenzioni, vedo nel tentativo di difendere gli altri da noi, come una potenziale prevaricazione e privazione rivolta agli altri che trova un senso più in noi che in chi tentiamo di proteggere.
Io, ad esempio, non vorrei che fossero altre persone al posto mio a decidere se e quando per me ne valga pena.. E su che basi poi.. Sono benissimo in grado di capirlo da sola e, probabilmente, sono proprio l'unica a poterlo fare.
Come, nel mio caso specifico, non ho bisogno (né voglio) d'esser protetta dalla persona per cui scrivo, mi difendo già troppo per conto mio, sarebbe come aggiungere limiti a limiti che ho già e che con molta fatica e altalenanti risultati sto cercando di superare, proprio in nome di quel "ne vale la pena" che citavo poco fa.
Perchè riprendendo un'aforisma che ho sempre sentito "mio": "non importa che sia facile, ma che ne valga la pena", per me è davvero questo che conta. E chi, meglio di me stessa, è in grado di sapere quando ne vale la pena per me..
Per cui, l'unica cosa che posso suggerirti è quella di domandare a te stesso/a perchè ti ritieni una pianta velenosa nei confronti di questa persona e di guardare alle tue intenzioni (questo lavoro introspettivo non può farlo nessuno al posto tuo, la risposta che cerchi risiede solo in te) e poi.. Domandati soprattutto se anche lei ti vive così e se ha realmente bisogno d'esser difesa da te..
Di qui, non dovrebbe essere difficile capire se sia davvero il caso, o meno, di dar voce a questo tuo spirito protettivo che si sbriglia nei suoi riguardi. Talvolta, si finisce soltanto a toglier aria inutilmente alle possibilità, valuta tu se questo possa rientrare anche nel tuo caso.
17 aprile 2015
da Swallow
Donna, mal comune, mezzo gaudio? (prendiamola in positivo, va ;) )
17 aprile 2015
da Swallow
Per il secondo anonimo:
Il discorso, nel mio caso, è che non è così che ci si cerca.. E parlo anche ammonendo me che sono la prima a rifugiarmi qui a rivolgere parole, pensieri ed emozioni a una persona che tutto questo non lo leggerà mai..
Perchè se da un lato il pensarsi è sempre molto bello e pieno di sentimento, dall'altro, quando poi si limita soltanto a questo, perde molto del suo senso.
Le persone andrebbero cercate nel senso di vissute, occhi negli occhi, momenti di vita condivisi..non pensieri nei pensieri, non soltanto, si fa solo tutto evanescente così.
17 aprile 2015
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