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da ca
i miei genitori non accettano la mia relazione col mio fidanzato.
ho bisogno di consigli. qualcuno vive una situazione simile?
spero abbiate la pazienza di leggere tutto.
ci sarebbe molto da precisare, ma cerco di riassumere in grandi linee:
ho 25 anni, lui 32, stiamo insieme da 9 anni.
all'inizio uscivamo normalmente, poi sono iniziati i problemi. dicevano che non faceva per me, che è un vagabondo, che non piace a loro la sua famiglia, ecc. il tutto senza averci mai voluto parlare, perché farlo sarebbe come 'cedere'.
inizialmente mi sono messa contro di loro in tutti i modi, poi però anche per via di alcune insicurezze personali e di reazioni veramente spropositate da parte della mia famiglia, mi sono comportata da vigliacca e ho nascosto la relazione.
ci vedevamo di nascosto, e quando ho iniziato ad andare all'università ci vedevamo li.
nel mio paese non sono più uscita (rispetto a questo è lunga la storia, ci sono più questioni di mezzo) , le mie estati erano infernali. mi chiudevo in me sempre di più, in casa era un continuo litigare perché loro volevano comunque la figlia perfetta...quantomeno che uscisse come gli altri. ma io ero privata di tutto. non mi sentivo tranquilla con me stessa, potevo fare tutto tranne che uscire con lui. questa imposizione mi ha completamente spenta tanto da non voler assolutamente uscire.
a fine dell'estate del 2013 ho capito che non ce la facevo più, e ho deciso di contattare una psicologa.
dovevo risolvere tanto di me.
le mie insicurezze, quelle che mi ha creato mia madre (per problemi suoi psicologici che poi ho capito riversava su di me, non essendone consapevole ma che andavano avanti sin da quando ero piccola),e questa situazione riguardo il mio ragazzo.
il percorso è stato molto duro.
si avvicinava a un certo punto il fatto che dovessi trovare la forza ed il coraggio di dire a mio padre che volevo stare col mio ragazzo.
ho deciso di farlo attraverso una lettera. in cui gli ho scritto di tutti i miei problemi nati in famiglia, delle conseguenze degli atteggiamenti denigratori nei miei confronti di mia madre, e invece dell'ostinarsi a 'non vedere' di mio padre...fino ad arrivare a scrivergli di lui.
da quel momento ho cercato di parlargli, di spiegargli...gli ho scritto che a 24 anni non gli chiedevo più il permesso cos' come quando ero minorenne, ma lo informavo e speravo non mi negassero nuovamente la possibilità di vivere il mio ragazzo.
nulla. non c'è stato verso.
ho fatto un incontro con mio padre davanti alla psicologa, sperando si potesse mediare. ma non c'è stato nulla da fare.
ho fatto un incontro con mia madre davanti alla psicologa, sperando potesse capire cosa mi ha portato ad avere tante insicurezze e a non voler uscire ed avere problemi col mio corpo, sperando potesse capire i suoi comportamenti, e sperando che da quel momento una volta affrontati io potessi superarli. non c'è stato verso.
lei negava mi avesse detto continuamente e per anni che le facevo schifo, che gli altri erano migliori di me, ecc... non mi dilungo e non entro nei dettagli.
sono persino arrivati a dire che quella psicologa, visto che ci andavo una volta a settimana, e dovevo pagare un bel po', mi stesse plagiando...perché loro erano stati informati in generale che i colloqui andassero fatti una volta ogni 2 settimane, e non con la frequenza con cui andavo io.
mi è stata consigliata un'altra psicologa, e ho deciso di cambiare.
esattamente un anno fa ho cambiato psicologa.
da li...numerose sedute, ancora il problema del mio ragazzo irrisolto.
finchè...per farla breve, si è arrivati al punto di stabilire un incontro tra me e mio padre a confronto davanti la psicologa, ma questa volta con l'intento di arrivare ad una conclusione.
mio padre ha continuato per la sua dicendomi che non lo accetterà mai, che la famiglia del mio ragazzo non gli piace, che stanno facendo di tutto pur di legarmi a loro perché vedono in me la brava ragazza che può far sistemare il figlio ecc, e lui e loro stanno facendo un lavoro di questo tipo su di me.
cosa non vera, il mio ragazzo se nn mi avesse amata non sarebbe mai stato a soffrire con me per 9 lunghi anni, e io la sua famiglia la conosco solo perché abitiamo nello stesso paese, ma non li frequento e non potrebbero 'plagiarmi' così come dice mio padre.
io invece all'incontro ho detto che dovevo essere io a decidere per me se faceva per me o no, se era la persona giusta, e qualora mi fossi resa conto che è quello sbagliato...avrei dovuto lavorare su di me per lasciarlo ecc.
ma non avrei permesso più che qualcuno scegliesse per me.
devo essere io a scegliere cosa è giusto o sbagliato, e cosa voglio, a 25 anni.
il punto è stato... che mi ha detto che a casa sua ci sono determinate regole, e né io né lui dobbiamo dettarne in casa sua. io di tutta risposta, ho detto che quelle regole non le avrei accettate e che era il caso che me ne andassi di casa. (andrei a stare nella casa in affitto dove studio, che è ad un'ora da casa mia)
la psicologa ci ha consigliato di prendere qualche giorno per riflettere dato che io non ho un lavoro, e lui mi ha detto che non mi avrebbe pagato un affitto per vedermi con lui.
bene...
davanti a ciò, a distanza di qualche giorno gli ho parlato...e gli ho detto che la mia intenzione era di andare via di casa. prima di tutto perché non ce la facevo a stare a casa perché la situazione con mia madre non era vivibile, e poi perché se a casa mia non posso vedere il mio ragazzo significa che dovrò andar via. la mia decisione è quella.
lui mi ha risposto che ha bisogno di riflettere e parlare con mia madre, avrebbe avuto bisogno di una settimana, dopodiché mi avrebbe detto la sua e ognuno avrebbe preso la propria decisione.
la settimana è appena passata.
abbiamo parlato giovedì scorso, e ad oggi sono esattamente 10 giorni.
sto vivendo perennemente in ansia questi giorni, a momenti mi calmo a momenti cado nello sconforto più totale.
sono decisioni tremendamente difficili quelle che dovrò prendere.
e se non venisse a parlarmi?!
mi aveva detto che lo avrebbe fatto nella prossima settimana...e con oggi è finita. e se non venisse a parlarmi affatto?! non sarebbe di parola. ma io sono nel pieno sconforto... >.<
se non verrà a parlarmi ora lui, lo dovrò fare io.
ora... il problema che mi si pone è come farò????
ero abituata a sentirli una volta al giorno, la sera alle 23...ora come dovrò comportarmi?
dirgli che è meglio non sentirci? come fare? come comportarmi poi?
ah... quando gli ho parlato mi diceva ''ma non pensare che lo ospiterai a dormire...altrimenti mi distruggi veramente.'' cioè..boh.
ad un padre non ho potuto dire che sarà così, ma è ovvio che dormirà da me.
mi crede ancora una bambina di 12 anni, mah.
poi...il 24 ci sarà il matrimonio di un ragazzo che ha invitato sia me che il mio ragazzo come coppia, come dovrò fare????
è nel mio paese.
come posso presentarmi dopo che vado via cosi?!
questa situazione è assurda, eppure è cosi ed io devo affrontarla in qualche modo.
vi prego, datemi dei consigli.
ringrazio chi ha avuto la pazienza di arrivare fino alla fine.
ci saranno magari cose poco chiare, ma se avessi provato a scrivere esattamente tutto non avrei più terminato.
9 agosto 2015
Categoria: Aiuto
da Wall-e
il problema dovrebbe risolverlo il fidanzato, in poche parole lui dovrebbe darsi da fare per un lavoro sicuro trovare un appartamento piccolo e portarti con sè, così dimostrerebbe a te e a tutti che è un uomo. tu cerchi consensi approvazioni dai genitori e soluzioni con la psicologa che ti creano ancor più confusione, se stai bene con questo ragazzo e hai certezze che lui non ti riservi brutte sorprese e che abbia un lavoro stabile potreste vivere insieme anche subito convivendo fino a decidere il giorno speciale per sposarvi e invitare a nozze solo chi merita. l'innamoramento può farti fare scelte sbagliate e frettolose può farti vedere tutto facile e risolvibile, a questo ragazzo dovresti dirle garantisciti un lavoro sicuro poi troviamo casa. quando i tuoi genitori vedranno che riuscirete a vivere senza chiedere mai aiuti a loro allora cambieranno idea e giudizi su di te e vorranno vederti.
12 agosto 2015 - Verona
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