Lettere

da Swallow

Eccomi di nuovo qui, a faccia a faccia con la tua presenza che tanto cerco di rifuggire, quanto mi atterrisce.
T'impigli nei miei pensieri e mi scompigli le emozioni, mi sconvolgi il cuore.
Così tesso di te, pencolando tra la seta di un pensiero all'altro, ma ciò che ne ricavo è soltanto una tela che mi serra il cuore coi tuoi fili di luce che mi confinano inerme nell'oscurità della notte.
Mera illusione quella di condurre io la tua corsa nella mia interiorità, ti vedo dilagarmi dentro liberamente per come vuoi e mi rendo conto che non so per nulla gestirti dentro di me.
Sei un'indomita presenza che girovaga in me, affrescando ammalianti dipinti eterei che non vedrò mai, se non nei miei sogni, infranti, più cari.
E non posso più guardarmi davvero dentro da quanto sei luce abbagliante in me, agli occhi miei fai male, e, tante volte, ormai li chiudo dinnanzi a te che al contempo fai parte di me e mi rendi un'estranea al mio stesso sguardo.
Vagabondo dispersa, in balìa di te, senza più riconoscermi, se non nel mio dolore stesso che però non sento appartenermi.
Sei un amore che percorre tutte le distanze, anche quelle del dolore. E non c'è niente che mi sia mai stato più vicino e caro.
Non ho niente di più vivo in me che te, eppure sei presenza che scalfisce perché mancante della tua conscia compartecipazione.
Convivo con te nelle mie profondità da due anni e mezzo oramai e davvero sono stanca, ma non fraintendermi, non di te, sei così tanta bellezza che di te non potrei esserlo mai; sono stanca di combattere ogni santo giorno per un sorriso, contro tutta questa sofferenza che mi accompagna e che non sbiadisce mai.
Ti amo di un amore che non ho mai provato prima, talmente intenso e dolcemente impetuoso che so non proverò per nessun altro al mondo.
Con amore ti lascio alla tua libertà che mi è ancor più cara di quanto non lo sia a te, ma ciò non lenisce l'immensa mancanza che hanno di te i miei giorni.
Il mio sguardo ti cerca incessantemente e i miei occhi ti ritrovano sempre in infiniti frangenti delle mie giornate.
E così, ogni giorno guardo a te, senza però poterti vedere e soltanto ti respiro negli attimi che in qualche modo indossano il tuo nome che, tuttavia, rimane in me sempre evanescente.
Sono colma delle tue impalpabili sfumature, ma non sai quanto vorrei poter accarezzare con le mie dita i tuoi colori e dipingere i miei giorni assieme a te.
Vorrei affacciarmi alla luce di una nuova alba, pregna e calda dei colori delle nostre vite fuse in una sola. E vederci innalzare, sempre più in alto, in un cielo indaco che forte ci abbraccia, tenendo teneramente stretto il nostro legame.
Vorrei correre con te in prati pieni di fiori, in cui poi poterci riposare e coccolare al suono dei nostri lunghi discorsi e al ritmo dei nostri cuori; vorrei stringerti forte, come mai ho potuto fare, sotto a un cielo stellato, reinventando le costellazioni e parlando dei nostri sogni; vorrei accarezzarti più dolcemente della brezza marina in riva al mare, magari su qualche spiaggia brasiliana, chissà, vedendo splendere i tuoi sorrisi più sentiti e brillare radiosi i tuoi occhi perché finalmente sei felice..
Neanche immagini quanti desideri che ti riguardano abbia in serbo il mio cuore, come non sai quanto i miei pensieri tremino nella tua assenza.
I tuoi occhi.. Il dono tuo più bello, l'incubo mio peggiore. Mi seguono, mi abitano, mi mancano.. Terribilmente.
Quanti occhi si possono incontrare ogni giorno.. Eppure il mio sguardo si sente sempre vivere a metà, come un abbraccio a due sole mani che non può sentirsi vivo se non nell'incontro con altre due braccia, così i miei occhi, perdono senso e vita ogni volta che non possono stringersi nello sguardo coi tuoi.
Ma tanto cosa te lo dico a fare, dal profondo di un sentire a senso unico che dal tuo cuore rimarrà sempre inascoltato..
Almeno tu, sei un po' felice?

4 marzo 2016

Categoria: Lettere

da anonima

Si

4 marzo 2016

da Anonimo

le tue parole... come sempre sono quello che sento quello che vorrei...

5 marzo 2016

da Amo i libri

Cara Swallow permetti che questa umile lettrice si inchini di fronte a tale splendore e purezza di sentimenti, hai raccontato del tuo dolore come un musicista farebbe con il suo violino. E` ben raro sentire melodie come la tua, ho tremato leggendo di questo tuo amore non realizzato. Ed io da piccola terrena primitiva pur non sapendo perche` questo tuo iddilliaco sentimento non trovi luce, dubito e penso forse tutto cio` ti da compiacimento, per il gusto che una vetta piu` e` ardua aspra e impossibile da raggiungere e piu` diventa mirabile e affascinante? Il piu` grande dei piaceri e` l`attesa, la corsa verso i ns sogni, ma questi chiedono una conclusione un arrivo. Ti chiedo scusa di essermi intromessa nei tuoi celestiali versi, sono uscita momentaneamente dalla mia caverna, ma rientro, ahi quante urla e quanta incomprensione in queste fredde mie mura, e in questo mio matto povero e piccolo cuore.

5 marzo 2016