Aiuto

da kim

aiutatemi vi prego.
in breve. io 26 anni, il mio ragazzo 33, insieme da 10 anni la mia famiglia contro la nostra relazione.
sono figlia unica.
c'è tanto, tanto da dire, se qualcuno vorrà aiutarmi sarò lieta di dare maggiori chiarimenti.
per i miei problemi, dovuti in parte al difficile rapporto con mia madre che ha minato la mia sicurezza interiore, vado da una psicologa da circa 3 anni.
ciò che mi ha spinto a rivolgermi ad uno specialista è stato il fatto che ero arrivata al limite.
ho risolto in parte i problemi legati alla mia insicurezza cronica, ma non si è affatto risolto il problema riguardante la mia vita sentimentale e la mia famiglia.
loro sono completamente contro di lui.
dicono che è un vagabondo, che i genitori hanno ben pensato di scaricarselo e affibbiarlo a me che sono una brava ragazza e tanto altro ancora.
riguardo il lavoro, non ha un posto fisso, è precario...questo è vero, ma non è poi così semplice trovare un posto di lavoro fisso. ha lasciato l'università appena ci siamo conosciuti, e da un anno ha ripreso..facoltà a numero chiuso, ha fatto il test e lo ha superato ed ora sta studiando... è una facoltà di 5 anni è vero ed è avanti con l'età, ma è abilitante all'insegnamento.
discutiamo spesso con lui riguardo ciò...gli chiedo se sarà fattibile poi effettivamente lavorare quindi insegnare una volta laureato, dato che avrà più o meno 38 anni poi. secondo voi è fattibile questa cosa?
io sono all'università..mi mancano 4 esami alla laurea, studio in una città che non è la mia e scendo a casa circa una volta al mese. a quel punto, il mio ragazzo, che è del mio stesso paese, mi chiede di vederci giustamente.
lui ha sopportato tutti questi anni standomi vicino, certo le litigate sono state molte, ma mi è sempre stato accanto soprattutto perchè capiva che il mio non reagire era legato al difficile rapporto coi miei e alla mia insicurezza.
io ho tenuto nascosta la relazione ai miei fino a 3 anni fa.
a 16 anni, quando ci siamo conosciuti, mi hanno fatto un macello e da li vedendo mia madre uscire di casa dopo le liti e andare fuori strada con la macchina, e dopo avermi detto che mio padre non voleva andare a lavoro per colpa mia e del dispiacere che gli stavo dando e molto altro, ho tenuto tutto nascosto.
dopo anni poi seguita dalla psicologa ho scritto una lettera a mio padre in cui gettavo via il rospo finalmente, e gli ri-parlavo della mia storia.
apriti cielo. scene incredibili.
le ho provate tutte. in pieno agosto me ne sono andata di casa senza vedere e sentire nessuno, sono poi ritornata però.sono di fondo una persona troppo buona a cui non piace veder soffrire nessuno, specie se si tratta di affetti così importanti.
ho provato a parlare, a discutere...con calma, nulla...nulla è mai cambiato in loro.
la più agguerrita è mia madre, dice ''una così bella ragazza deve rovinarsi la vita appresso a questo vagabondo. non entrerà mai nella nostra famiglia, a rovinare il nostro nome e a rovinare mia figlia. non lo permetterò mai ecc ecc ecc'' ovviamente con tanto di insulti.
la psicologa mi dice che devo prendere le decisioni per me, che non posso lasciare il mio ragazzo perchè me lo dicono i miei, ma che devo decidere io ciò che mi riguarda.
ma è estremamente difficile questa situazione, anche perchè va a ledere completamente il mio già precario equilibrio mentale.
mi sto spegnendo su tutti i fronti, non vivo la mia vita in maniera normale, è tutto troppo pesante, doloroso, e condiziona ogni aspetto della mia vita.
parlando per l'ennesima volta questa estate ero arrivata al compromesso di uscirci, rispettando determinati orari... ci sono uscita un paio di volte, e oggi a pranzo dopo aver detto che stasera avrei cenato fuori con lui di nuovo il putiferio... mia madre ad urlare, gridando se n'è andata di casa ''io me ne vado non ce la faccio più''.
mio padre non aveva detto nulla se non ''tu sai che non mi fa piacere questa cosa''.
io avevo comunque deciso di uscire perchè una volta detta una cosa non volevo rimangiarla.
rientra alle 19 mia madre e continua a gridare a mio padre ''dobbiamo prendere provvedimenti, non è possibile andare avanti così'', mio padre ''la posso ammazzare?!''.
dopo ciò, io mi stavo preparando per uscire con lui...entra mia madre in camera e continua a dirmi ''stai sbagliando tutto! renditi conto, noi non ce la facciamo più stai rovinando la famiglia, i figli non fanno altro che cercare di rendere felici i genitori e noi solo sofferenza stiamo provando... ti stai rovinando e ci stai rovinando''.
io a dire ''esci dalla mia stanza per favore'' in continuazione, con lei ho un rapporto bruttissimo...il collante tra noi è mio padre. la storia riguardo lei è lunga.
e lei alzava sempre di più il tono della voce, finchè sempre ripetendo la stessa frase l'ho alzato anche io.
a quel punto è venuto correndo mio padre ''non permetterti mai più di parlare così a tua madre!!!''...ha ripetuto le stesse cose di mia madre e mi da uno schiaffo.
io l'ho guardato fisso negli occhi con disprezzo, e lui ''non guardarmi così!!''... e con entrambe le mani me le sbatte tra le guance e le orecchie...rimango rintontita per qualche secondo.
non ho nessuna reazione, mi trattengo...mia madre continuava ad urlare finchè non la spingo fuori dalla mia camera.
evito il resto.
ed ora sono qui a scrivere perchè non so più che cosa devo fare. credetemi è insostenibile.
io sono figlia unica, è pur sempre la mia famiglia e non vorrei allontanarmi...sono l'unica figlia che hanno e nel modo sbagliato probabilmente mi amano troppo, ma questa situazione è invivibile mi sta portando alla morte è questo ciò a cui penso costantemente ora.
io non voglio lasciare il mio ragazzo, sì.. il lavoro è un dato di fatto, ma allora nessuna ragazza può stare insieme ad un ragazzo che non ha il posto fisso?
dimenticavo che c'è anche un'antipatia da parte della mia famiglia nei confronti di quella del mio lui.
sarò destinata all'infelicità e non mi sentirò mai come tutte le altre persone. non vedo una soluzione.
vi prego aiutatemi...
qualcuno di voi ha avuto esperienze simili?
scusatemi se ci sono errori grammaticali...sto scrivendo di getto...spero abbiate compreso.
grazie

30 ottobre 2016

Categoria: Aiuto

da Anonimo

Posso solo consigliarti di andare via da quella casa non appena ne hai la possibilità. Ormai il tuo ragazzo è l'ultimo dei problemi...non puoi restare in un ambiente dove altri si sentono in diritto di alzare le mani su di te! Ai tuoi questa cosa non piacerà di certo, ma starà a loro decidere di conseguenza, tu hai già fatto abbastanza e anche più del dovuto.

31 ottobre 2016

da Anonimo

La tua psicologa ha ragione, puoi decidere tu della tua vita e cosa fare. Gli ostacoli sono tanti ma devi fare ciò che ti rende felice. Può darsi che una volta finita l'università riuscirete a trovare un lavoro entrambi, così da mantenervi come coppia e vivere insieme. Quindi in questo frangente non buttarti giù, resta su col morale, continua a studiare e impegnati per realizzare i tuoi obiettivi. Un posto fisso qui in italia è tosto da trovare con la situazione che c'è ora, ma mai dire mai..e poi magari una volta terminati gli studi potete anche decidere di trasferirvi se vi va fuori, sempre per trovare lavoro, anche non permanentemente. Insomma ci sono molte possibilità, ma se sei infelice ti butti sabbia sui piedi da sola e non combini nulla. E' dura lo so, vorresti che andassero tutti d'accordo e ci fosse armonia. Ma credo probabilmente che l'unico modo di convincere i tuoi genitori sia dimostrare che tu sei felice. Che questo uomo che sta con te non è un delinquente e che vi potete costruire insieme una vita se lo volete.
Ricorda che non devi accontentare gli altri, ma te stessa, solo te. Perché se qualcuno ti ama rispetta le tue scelte.
Il tuo ragazzo ha mai fatto del male alla tua famiglia? Se fosse così penso che lo avresti già mollato, visto che si percepisce benissimo che ci tieni a loro nonostante remino contro il tuo cuore. Ne avrete già parlato e tu sai perché a loro non piace.. Loro probabilmente vogliono proteggerti, anche se come dici tu, lo fanno in un modo sbagliato e violento.. invece di ascoltare ti respingono.. Perché probabilmente non vogliono capirti o sanno qualcosa magari che tu non sai. Non è facile, però stringi i denti, vedrai che riuscirai a costruire la tua felicità mattone per mattone. Forse non sarà esattamente come vorrai, ma nulla è come immaginiamo. Da qualcosa di cattivo spesso nasce qualcosa di buono. Quindi non mollare ciò in cui credi. Non lasciare che l'odio inaridisca il tuo amare. Non significa che non vuoi bene a nessuno se prendi le tue scelte. Significa solo che fai ciò che ti dice il cuore ed un cuore merita il massimo rispetto, anche da chi pensa che si stia sbagliando.

31 ottobre 2016

da wall-e

visto che i tuoi genitori non ti appoggiano ma ti criticano, con violenza e aggressioni, avrai capito che è meglio tacere con loro delle tue relazioni, se vuoi continuare con questo ragazzo e credi in lui che ti possa dare un futuro sereno, dovrai tenerlo nascosto, non parlarne più ai tuoi, e se ti chiedono dove vai chi incontri dille amici, amiche. forse sei troppo sincera con i tuoi gli racconti tutto sei un libro aperto, è proprio per questo essere troppo aperti che si viene criticati, mantieni segreto quello che ti conviene rimanga segreto, nel tuo giardino dei segreti non farci mai entrare i genitori.
come un bambino che sta giocando con i suoi giocattoli sta facendo quello che gli piace, prova emozioni, nel suo piccolo fa esperienze, e un genitore non può dirgli al bambino gioca così, gioca come ti dico io. una persona in base alla sua età fa le sue esperienze che vuole provare, e poi valuta, migliora, cresce, e matura da solo, potrà chiedere consigli, a volte ci si confida con persone sbagliate e si riceve umiliazioni, critiche, nel tuo caso i tuoi genitori ti hanno messo KO, e questo ti dice che con loro devi fare silenzio.
e quando è il momento che riuscirai abbandonare loro per andare a vivere in una casa con il tuo ragazzo allora prepari le valigie e gli dici una parola sola..vado in America.
i tuoi genitori fanno violenza su di te perchè non si amano
e sono infelici fra loro
se fosse il contrario userebbero con te un dialogo tranquillo, e non aggressione violenza, punizioni.

13 novembre 2016 - Verona