Lettere

da Maria P.

Ti ho idealizzato, forse troppo, al punto che sono arrivata a pensarti tutti i giorni nonostante la tua immagine si sia un po' affievolita nella mia mente.
Ho salvato una tua foto per non dimenticarti, senza il tuo permesso; l'ho trovata online, quando ancora il tuo profilo mi faceva compagnia nelle giornate malinconiche. Ma anche se non ricordo con esattezza i tratti del tuo viso o la tua fisicitá ricordo ogni momento in cui eri presente e le sensazioni che mi davi: i sussulti ogni volta che entravi in aula o ti incontravo sulle scale, l'attesa di vederti all'entrata, ritto in piedi, sempre sereno e la difficoltà a nascondere il fatto che mi piacevi. Per non parlare dell' imbarazzo, quel calore che mi saliva fino al volto e la fretta di abbassare lo sguardo. Non credo mi accadrá più di arrossire così. Ad ogni modo non ho più paura dei miei sentimenti e non farei più nulla per nasconderli, non c'è mai stato niente di cui vergognarsi in fondo.
Ho avuto il coraggio di ricontattarti solo dopo cinque anni ma non credere non ti abbia pensato sai! Ti penserò molto e anche se dovessi innamorarmi e metter su famiglia come mi auguro, ogni tanto ti ripenserò perchè anche se non lo sai sei sempre stato presente, mi hai fatto compagnia, la tua voce mi ha fatto compagnia, persino le tue scarpe perchè erano più le volte che guardavo quelle per non incrociare il tuo sguardo. La veritá è che mi vergognavo perchè mi sentivo inadeguata per qualsiasi cosa. E spesso siamo noi donne che dobbiamo alzare lo sguardo verso l'alto per guardarvi negli occhi e io preferivo di sicuro abbassare la testa. Nei momenti peggiori pensavo:" che può importargli di una ragazza da poco uscita dall'adolescenza, diligente ma ignorante e con il volto pieno di brufoli e in sovrappeso?" Ammetto che le cose non sono cambiate tanto ma è cambiato il mio modo di vedere le cose e l'importanza che gli do. Conosco una persona che ti assomiglia molto, anche lui docente, sembra un tuo parente. Cerco di incontrarlo il meno possibile perchè sentirlo parlare mi rattrista profondamente è quasi come averti lì per un momento, quando lo vedo arrivare con la cartelletta stretta sul petto torno indietro di cinque anni, ma naturalmente non sei tu e non arrossisco come una bambina. Non sei tu e fisicamente ti assomiglia solo vagamente, non ha il tuo sorriso e i tuoi occhi celesti...questo mi prova che non mi sono innamorata unicamente del tuo aspetto ma soprattutto della tua anima, di quello che trasmetti con le parole, coi modi... è vero ti ho idealizzato, troppo.

4 settembre 2020 - Cremona

Categoria: Lettere

da Anonimo

Maledetta idealizzazione

5 settembre 2020

da Gianna

Auguri!

7 settembre 2020