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da Mirc
Ho davvero tanto bisogno di sfogarmi, a casa non posso dire niente, perché non vorrei che si preoccupassero per me. Ho iniziato da poco a lavorare nel mondo della scuola, ma mi sento demotivato e non apprezzato. Sono capitato in un istituto scolastico dove ognuno fa quello che vuole però io devo sottostare alle "regole" : non posso uscire dalla classe, non posso scegliere l'argomento o l'attività da far fare ai ragazzi per conto mio, riunioni e collegi a cui devo sempre partecipare, poco tempo fa mi sono beccato l'influenza proprio a scuola perché purtroppo la gente non si rende ancora conto che il covid esiste ancora e che non è passato tutto, e manda i figli a scuola anche con la febbre a 40, mettendo a rischio anche la salute degli altri. Con i colleghi inizialmente mi trovavo bene, ma adesso, a distanza di un mese, non li sopporto più. Non sopporto loro, non sopporto il fatto che mi comandano e che devono decidere loro per me, non sopporto il preside, non sopporto i ragazzini, troppo rumorosi, invadenti, maleducati e"teppisti" per i miei gusti. Vorrei semplicemente avere più privacy e tempo per me, per poter lavorare in modo tranquillo, non con 4 o 5 persone in classe con cui collaborare, voglio lavorare in modo tranquillo, autonomo e indipendente e non far decidere loro cosa fare o dire o meno, perché così mi passa la voglia di fare qualsiasi cosa. Tra le tante cose che non mi vanno giù, é il fatto che sembra che io vada a lavorare gratis, perché non ho ancora visto neanche l'ombra dello stipendio che mi dovevano a settembre e non so nemmeno se a ottobre mi pagheranno. È uno schifo totale, mi hanno fatto passare tutto l'entusiasmo, eppure sento tanti che conosco, che dicono che lavorare a scuola é il lavoro meno faticoso di tutti, perché ti metti alla cattedra e non fai nulla di così tanto difficile. E la gestione della classe? Se uno si trova a dover gestire una sezione o più di scapestrati che ti mancano di rispetto, non ti ascoltano, sono maleducati, e hanno gravi disturbi comportamentali che i genitori non accettano, per non parlare dei colleghi con cui ti relazioni per forza, perché ci lavori, anche se ti stanno tutti sul ca**o? Cioè, non si rendono proprio conto che ci sono 1000 cose da fare e 1000 cose da gestire, e che uno torna a casa stanco, stressato, con la testa che scoppia. Vorrei solo che tutto fosse più semplice e più facile, che ritornassimo ai tempi di una volta, dove i bambini erano più educati e rispettosi e ognuno faceva il suo lavoro e aveva le proprie classi e sezioni senza interferire o metter becco nel lavoro altrui. Nel mio caso, per il momento, vista la situazione, mi pesa tantissimo andare a lavoro e stare a contatto con certa gente che crede di essere il fenomeno della situazione mentre gli altri devono fare quello che dicono loro. Ma anche no. Grazie.
14 ottobre 2023
Categoria: Sfoghi
da anonima
Mio consiglio cambia lavoro se no ti viene la depressione e ti ammali di piu. Per adesso procura il termometro a infrarossi e controlla ogni ragazzino che entra in classe, e chiama i genitori se scopri qualcuno con la febbre. Sai e male quando ce in classe un insegnante svogliato depresso che non ama i bambini loro lo sentono e si ostinano di piu con te. Se sei arrivato a fare insegnante non sei una persona stu**da e altro lavoro lo troverai di sicuro. Coraggio e forza.
15 ottobre 2023
da sinceramente
cambia lavoro, fai un piacere a te stesso e agli altri.
16 ottobre 2023
da Mirc
Cambiare lavoro io? Guardate che insegnare mi piace, è sempre stato quello che volevo fare. Ma trovarsi d'avanti colleghi ostili e questi che a scuola si comportano come a casa, senza aver rispetto per i compagni e gli insegnanti, senza rispettare le regole, alla lunga stressa tanto, per non parlare di quei genitori che pensano che la scuola sia una specie di baby parking, e mandano i figli a scuola anche se magari hanno febbre o altri malanni, pur di non tenerselo a casa perché altrimenti loro non possono andare a passeggio o al mercato, o a perdere tempo facendo shopping inutile. Quando io ero piccolo e non stavo bene, i miei genitori preferivano farmi stare a casa e una volta guarito del tutto ci facevo ritorno. E loro erano persone che lavoravano nel pubblico impiego, quindi non potevano stare a casa ad accudire me o mio fratello o mia sorella, per cui all'epoca venivano i miei nonni a casa ad accudirci. Ovviamente i miei genitori non erano persone che amavano perdere il tempo in cose inutili, erano persone che si alzavano molto presto la mattina per andare a lavorare, e ovviamente la mia era una famiglia molto unita e a modo, quindi quando i miei genitori avevano bisogno, così come anche i miei zii, c'erano sempre i miei nonni che davano una mano. Si vede che i tempi sono cambiati, il problema non sono io o il fatto che secondo voi dovrei cambiare lavoro, la depressione ecc.. Il problema sono i genitori di oggi. E ho detto tutto. Buona giornata 🙄
18 ottobre 2023
da Anonimo
Io vorrei insegnare ma prima ancora di iniziare ho le stesse identiche perplessità di cui tu parli-
6 novembre 2023
da Lucia
I bambini di una volta non erano più tranquilli, se leggi le storie di chi c' era scoprirai che i bambini avevano grande bisogno di attenzione e a volte si denudavano in classe o combinavano guai per l impulsitivita', solo che ai tempi gli insegnanti non sguazzavano
nell autocommiserazione, il bullismo era accettato e non se ne parlava, i dislessici venivano lasciati indietro. Il resto e' una favoletta, le classi non erano piu' tranquille.
Poi tu dai per scontato che i bambini sono vivaci perché i genitori non gli danno regole magari hanno dei problemi di cui non sai nulla e che non ti interessa scoprire perché sei troppo impegnata a lamentarti.
Questo lavoro non ti piace? Lascialo e vai a lavorare da MCdonald così scopri cos' e' il duro lavoro e impari un po' di umilta'
Secondo me il problema non sono né i bambini né i colleghi: sei tu che hai un pessimo atteggiamento e ti vittimizzi. Questo atteggiamento piagnucoloso e insicuro in classe non funziona. Ci puoi lavorare se smetti di fare la vittima e provi a trovare soluzioni.
3 maggio 2024 - Messina
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