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da jaja per chi amlpoesia
Dicebas quondam solum te nosse Catullum, Lesbia, nec prae me velle tenere Iovem. Dilexi tum te non tantum ut vulgus amicam, sed pater ut gnatos diligit et generos. Nunc te cognovi: quare etsi impensius uror, multo mi tamen es vilior et levior. Qui potis est, inquis? quod amantem iniuria talis cogit amare magis, sed bene velle minus.
"dicevi un tempo o Lesbia di conoscere il solo Catullo e di non voler tenere abbracciato Giove al posto mio. allora io ti amai non tanto come l'uomo comune ama l'amante, ma come il padre ama i figli e i generi. Ora so chi so: per la quale cosa anche se più violentemente brucio di passione, sei per me molto più superficiale e indegna. come è possibile, chiedi? perchè una tale ingiuria porta l'amante ad amare di più ma a voler bene di meno"
Catullo
lo so è una traduzione molto libera quindi non so se è molto comprensibile, ma questa è senza dubbio una delle poesie di Catullo che amo di più, è vero il tradimento porta ad amare l'amato molto di più dal punto di vista passionale, ma anke a perderne la fiducia e quindi a volergli bene di meno... baci..
23 dicembre 2004
Categoria: Poesie
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