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da C@mill@90 per Leo
Ecco, adesso l'ho capito, guardando la data sull'orologio, è il primo giorno dell'inverno.
Non poteva essere, a suo modo, più crudele e più dolce.
Così scuro, il pomeriggio che cade; questi grigi e questi neri così eleganti, forme indistinte, paesaggio come pura grafica dello stato d'animo.
Così crudele, non ti concede nulla, ne' spazio, ne' fiato per respirare più in là, per arrivare ad immaginare, non dico tanto, la mia o la nostra vita, il mio o il nostro futuro, ma neanche quarantotto ore, un battito del tempo, il ciclo di una crisalide.
Neanche questo, e sento salire un'angoscia perversa.
Così dolce, nel momento più duro, come mi fermo ad occhi aperti, il pensiero mi buca e riesco nel flash del tuo ricordo a nemmeno sapere se dopo questo lungo e profondissimo respiro ce ne sarà mai un altro e tutto questo calore m'invade e mi snerva, finchè rimango scosso, trascinato e sbattuto.
E poi passa e come leggermente pigro mi alzo, cerco una sigaretta, mi giro verso di te con gli occhi passo le tue morbide spalle rotonde, il labbro ustionato dalla mia barba.
Mi sdraio accanto, respiri.
Prendo il tuo ritmo, mi addormento e ti sogno.
26 gennaio 2005 - Firenze
Categoria: Amore impossibile
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