CATEGORIE
da stefy
Ci siamo sempre cercati, in qualunque momento e in qualunque situazione. Abbiamo sempre avuto bisogno l'una dell'altro. Io e Thomas siamo sempre stati molto amici, io ero insieme a Matteo quando l'ho conosciuto, un suo compagno delle superiori. Facevamo tutti parte dello stesso gruppo di amici. Poi lui si è trasferito in un'altra città con i suoi genitori e ci siamo persi di vista, la compagnia pian piano si è sciolta, ognuno con la propria vita, con le proprie scelte. Chi all'università, chi al lavoro. Non ci siamo visti per 4 anni... nel frattempo Matteo è partito per i militari, io ho conosciuto un altro gruppo di amici con il quale uscivo spesso. Ma il destino ha voluto che rincontrassi Thomas. La notte del veglione di carnevale in discoteca. Vedo un ragazzo vestito come nel film "Il corvo", e guardando bene era un viso a me conosciuto. Infatti era lui... non ci potevo credere, era sempre più bello! Io continuavo a guardarlo sperando che lui voltasse lo sguardo verso di me. Poi lui lo ha fatto... I nostri occhi si sono incrociati ed è stato come se una scossa elettrica ci avesse attraversato nello stesso momento. Non era certo la reazione che mi sarei aspettata, ma quello che ho provato in quel momento mi ha lasciato molto confusa... lui si è avvicinato e le sue prime parole, quasi urlate in un orecchio data la musica altissima, sono state "sei sempre più bella, come stai?".
Ci siamo allontanati per mano dal mezzo della festa per poter parlare un pò. Quello che ci siamo detti è stato molto strano, parole dette con un velo di tristezza per tutti i momenti che avevamo perso. Mi sono resa conto in un attimo di vedere Thomas con occhi diversi, come se il tempo avesse mutato i sentimenti che io avevo sempre avuto per lui, che erano semplicemente amicizia. Ma quella stretta allo stomaco che sentivo ora non era certo amicizia. Lui mi ha dimostrato di non avermi mai dimenticata, mi ha detto che ha pensato molto a me, che tiene ancora le vecchie fotografie di quel capodanno in cui io e lui balliamo insieme. "Sono cambiate tante cose da allora, sono più sicuro di me, sono cresciuto e mi sento diverso, ora so cosa voglio." Parole di cui solo in seguito avrei capito il vero significato. C'era qualcosa di magico, quasi di sospeso in tutto questo... Quella notte ci siamo ripromessi di vederci al più presto, magari per una rimpatriata con i vecchi amici. Così è stato, il sabato dopo ci siamo riuniti, mancava solo Matteo, in sardegna per i vespri. Alla fine della serata ha voluto accompagnarmi lui a casa e si è fermato davanti al portone di ingresso di casa mia. Macchina spenta. Uno sguardo, una parola inutile dettata dall'imbarazzo del momento, tanti discorsi campati in aria della serie "come fa freddo stasera eh?", grazie era febbraio!!! Ma dopo 10 minuti ci è bastato un attimo, l'incrociarsi dei nostri occhi per capire quello che volevamo l'una dall'altro..."Non pensi a Matteo?", mi ha detto. Mi ha ripetuto più volte che non si può costruire la propria felicità sull'infelicità altrui. Io gli ho risposto che non era mia intenzione fare del male a Matteo ma non potevo negare ame stessa che ora, in quel preciso istante, volevo lui! Ma non era così facile. "Non posso... mi conosco e so che se io e te lo facciamo, potrebbe non rimanere più da parte mia solo una notte, non riuscirei a lasciarti andare, a lasciare che tu torni da lui come se niente fosse successo.".
Era deciso, non era possibile, troppo importante per lui, ma non per me. Dopo un lungo silenzio, io ho aperto lo sportello della macchina per scendere, ma lui mi ha trattenuto per un braccio. "Torna qui... se non posso averti per sempre, almeno ti avrò per questa notte...". Non abbiamo più avuto bisogno di parole, i nostri corpi parlavano per noi. Le nostre anime si sono dette tutto quello che le nostre labbra non hanno mai avuto il coraggio di dire.
Sono passate due ore di emozioni intense, come non provavo da molto tempo nemmeno con Matteo. Ma alla fine di tutto mi sono accorta che lui stava piangendo. che stupida che sono stata! Dove avevo fissuto finora? Su quale strano pianeta? Come facevo a non capire che il compromesso era il nostro unico contatto? Lui non aveva legami, non avrebbe dovuto rendere conto a nessuno. Ero io la traditrice, fuori dal mondo... In un attimo mi sono resa conto che il gioco ricomonciava, ma con una posta molto più alta. Sono scesa dalla macchina senza avere il coraggio di guardarlo in faccia mentre il mio cuore in silenzio gli diceva addio. Senza voltarmi indietro sono arrivata al portone di casa mia e lui se n'è andato con la macchina a tutta velocità.
Ma io quel portone non l'ho aperto... sono corsa sulla strada a guardare la sagoma ormai lontana della sua auto. Mi sono seduta sul marciapiede e ho pianto tutte le lacrime che avevo, perchè sapevo di aver perso qualcosa di importante e tutto per colpa mia, per la mia paura di voltare pagina, per il mio timore di accettare i miei sentimenti.
Da allora sono passati 10 lunghi anni. ora convivo con Umberto da 5 anni e abbiamo avuto un bellissimo bambino che si chiama Erik. Sono felice, dalla vita ho tutto quello che ho mai sperato di avere. Ma in un angolino in fondo al cuore, c'è ancora posto per lui, anche se si è tramutato solamente in un bellissimo ricordo.
22 giugno 2005 - Bologna
Categoria: Ricordi
© 2001-2021 by SCRIVILO - Tutti i diritti riservati
p.iva 01436330938