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Dedica a cui stai rispondendo

Sai, io ho un piccolo terrazzo.
E'il mio luogo preferito per pensare e ricordare. Anche quando fa freddo, ogni tanto esco su questo spazio tutto mio, mi siedo su una sdraio e mi rilasso, o tento di farlo, o semplicemente rivivo la giornata trascorsa pianificando quella che verrà. Il massimo lo raggiungo quando mi porto il cd e le cuffie.
Posso alzarmi anche di notte per sfogare questa mia inclinazione alla riflessione: scelgo un disco, mi sdraio coi piedi stesi sul barbecue, guardo Neve che, immancabilmente, mi segue e si avvicina ruffiana per avere le sue dosi di coccole, e poi cominciano a sfilarmi davanti i pensieri. Quelli accumulati e quelli nuovi, quelli importanti e quelli no, magari senza un ordine preciso, alle volte senza contesto, altre cercando di riportarli verso una soluzione che non riesco mai a trovare. Alle volte sono solo intuizioni.
Magari mi ricordo di un volto, di una frase. E soprattutto di un odore.
Quindi scivolo nei ricordi. Non sempre in quelli alti e romantici(aggettivo che non amo, ma non me ne veniva un'altro che calzasse meglio), ma sempre mi accade di cadere in qualcosa che ho già fatto e non posso più cambiare, nel bene o nel male. Alcuni li caccio subito dalla mente, alcuni vorrei cacciarli, altri mi fanno piacere. Fino a qualche mese fa questi ricordi erano piuttosto cupi. Quasi insopportabili. Ma questo già lo sai.
Di solito sono malinconici; e siccome la malinconia non è nient'altro che la felicità di essere tristi, mi sentivo a un tempo triste, ma vivo.
E' strano poi che i ricordi grandi nascono da quelli piccoli. Mi vengono alla mente particolari che si tramutano in un lungo flash-back. Mi fanno male, soprattutto quelli che prendono il nome di rimpianti.
Poi faccio un bel respiro, mi concentro sulla musica che sto ascoltando, scuoto la testa, li caccio via. Chi si pente è perduto, dicono.
E Neve torna a farsi accarezzare.
La musica finisce, comincio a sentire freddo.
Mi alzo dalla poltroncina che intanto ha preso la forma delle mie natiche; mi accorgo che le ginocchia mi fanno male e penso a quanto sia faticoso pensare.
Guardo in aria un'ultima volta, prima di tornare in camera, e mi accerto che le stelle non siano fuggite.
Una volta pensavo, non vedendole, che non volessero la mia compagnia.
Ma poi penso che la stella più bella non ho bisogno di cercarla in alto. Ed è questa la più grande scoperta della giornata, e si rinnova ogni volta.
Quella stella sei tu.
Te l'ho scritto qui perchè volevo lo sapessero tutti. Ma è importante che lo sappia tu.
Prima di andare a dormire penso a quello che voglio dirti in una prossima lettera e poi sai che succede di solito? Arriva Neve e comincia a miagolare perchè vuole che le accarezzi la testa. E mi dice di ringraziarti per averle inviato il grattino.
Lei, mi ha detto, ricambia con delle fusa.