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Buongiorno capitano.
Visto nè? Ti chiamo anche capitano, mai successo, eh? Anche perchè, ribadisco, la fascia la meritavo io. Va beh, non conta più. Oggi mi sono preso la Tua stella e siamo andati a vedere un allenamento. Io, lo sai, non gioco più. Non senza di te.
Siamo sempre stati insieme, stessa zona, le ville nella collina di Torino, stessa età, stesse scuole e stessa passione: il calcio. Anche se io milanista e tu juventino (ricordiamo ben tutti il rigore di Sheva con Buffon che va da l'auta part..). Siamo cresciuti insieme, fin da bocia, sempre dietro a un pallone. Abbiamo iniziato da gagni, poi sono venuti i tempi della scuola, le elementari e poi le medie, ricordi? portavamo i capelli col gel e sognavamo di giocare in serie A, tempi di primi amori. Poi il liceo, le donne, il calcio che era diventata una cosa seria, tu juventino fino al midollo chiamato a giocare nel Toro (poi ti sei riscattato..). Come ricordavi te, talvolta tagliavamo insieme e andavamo dalla parti del Po, lanciavamo sassi in acqua, ci chiedevamo che ne sarebbe stato di noi.
Non avrei mai pensato di poterti perdere, e non lo concepisco tuttora. Non mi è possibile immaginare di vivere senza te.
Eri il mio migliore amico, eri più di mio fratello, siamo nati insieme. Eri di cinque mesi più grande di me, quelli sono stati gli unici cinque mesi delle nostre vite che non siamo stati insieme.
Mi manchi da morire, Sabba.
TI VOGLIO BENE.
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