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Dedica a cui stai rispondendo

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Dediche, dediche e ancora dediche. Sul diario, su fogli sparsi, sul computer, sui libri. Le scrivo ovunque. Come se fissandole su un foglio di carta o virtuale possano risolvere i miei problemi. Però è bello, perché quando sei triste, giù di morale, vai lì a rileggerle, versi qualche lacrima e, per un momento, ti dimentichi di tutto ciò che ti circonda, dei problemi che ti assillavano e ti concentri su quella frase che fra le righe probabilmente racchiude la soluzione al dilemma che ti affligge. Sembra semplice: stai male, leggi una frase scritta da chissà chi e ti rimetti in piedi. Beh non funziona proprio così, però di certo aiutano. In alcune ti riconosci, in altre un po? meno e in alcune neanche un po?. L?importante è scovare in ogni semplice parola, che all?apparenza sembra messa lì a caso, il suo significato più profondo.
A volte è divertente anche scriverle. Io lo faccio spesso. È un modo per sfogarsi, per esternare le proprie emozioni, le proprie paure, le proprie sensazioni.
Tuttavia non servono solamente quando qualcosa va storto, anzi, è stupendo scrivere delle bellezze della vita, delle 1000 opportunità che ci offre e delle belle giornate passate in compagnia di qualcuno che vorreste aver accanto per sempre.
A volte le cose da raccontare sono talmente tante che una dedica non basta... ci vorrebbe un libro... e perché no? Ci penso spesso. Scrivere un libro. Non per forza bisogna pubblicarlo. Anzi, meglio non pubblicarlo, l?ideale sarebbe scriverlo su tanti fogli di carta che poi rimarranno per sempre rinchiusi in un cassetto a prendere polvere. È vero in questo modo nessuno potrà mai leggere ciò che hai scritto, ma è questo il punto: scrivere per il piacere di farlo. Ecco perché scrivo qua. Nessuno potrà mai leggere, però intanto io mi sfogo, mi libero dai miei pensieri e allo stesso tempo mi diverto.