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Dedica a cui stai rispondendo

Sto pensando in generale, alla possibilità di scegliere di perdere il controllo, di lasciarsi andare, perchè la vita non debba essere una serie di eventi che si ripetono sempre allo stesso modo e noi ci comportiamo sempre allo stesso modo, senza riuscire ad uscirne, incastrati con masochismo a rivivere la nostra incapacità di reagire... l'ennesima situazione da vivere come qualcosa di piu' grande di noi, che ci schiacci, che ci soffochi nel turbine delle nostre emozioni troppo forti. Non è la vita che è piu' grande di noi, siamo noi che la viviamo con questo peso enorme addosso. Così i sentimenti diventano pesantemente troppo seri, quasi tragici e struggenti, anzichè essere presi con piu' ironia..il che non vuol dire in modo superficiale, ma solo con minor paura, con la consapevolezza che perdere la ragione non significa perdere noi stessi...
C'è la parte delle emozioni e quelle non vanno castrate, io sto cercando di viverle in modo leggero, non piu' esagerato, non piu' pesante, senza paura di me stessa e di quello che ci posso trovare dentro. Mi sono sempre spaventata di quello che provo, come se dentro di me perdere il controllo volesse dire diventare matta..non è cosi', è solo questione di lessico, come dici tu..se dico che qualcuno mi fa impazzire non impazzisco veramente, cerco solo di esprimere a parole qualcosa di molto forte...Forse sono fantasmi del passato, forse sono cose si posano addosso in ognuno di noi come strati di sabbia che col tempo cementano senza accorgerci, l'impossibilità di esprimersi perchè c'è sempre qualcuno che fa la voce piu' grossa di noi e l'unico modo con cui abbiamo reagito è stato nel mio caso il silenzio. Sai, adesso non mi va piu' di tacere, nel bene e nel male, perchè parlare mi fa bene, la strada della sincerità è quella giusta, mi fa sentire di avere in mano la situazione, la mia situazione sia razionalmente che quella delle mie emozioni...se me ne libero dandogli un nome mi fanno meno paura..è cosi' che mi sento e mi sento me stessa pienamente, non a metà...
A te riservero' la parte piu' pacata e amichevole, quella che venga incontro al tuo momento di bisogno di sentirti amato e nello stesso tempo bisogno di restare in pace con la tua coscienza e con lo scrupolo onesto di non farci del male. Lo capisco benissimo sai, solo io lascio fuori tutto il resto di me che comincio a conoscere e che comincio a vivere in tutti i suoi colori..
Forse nel tuo caso, hai sempre reagito a cio' che è piu' grande di te chiudendoti nel tuo guscio o isolandoti oppure facendo anche tu la voce grossa e quindi hai avuto la sensazione di difenderti dalle emozioni riprendendo il tuo controllo raziocinante...cinico, ti difendi bene, ma prima o poi il fiume in piena avrà bisogno di ossigeno altrimenti l'acqua ristagna e diventa piena di agenti inquinanti e di tossine che fanno male, molto male...Io saro' per te la tua piccola finestrella che ti permetta di aprirti al mondo senza piu' avere paura di te stesso, perchè tu ricordati che sei uno stupendo ragazzo,, pieno di sensibilità e di poesia, non avere paura ma io saro' anche il tuo nuovo guscio e cerchero' di contenere sempre le tue emozioni elaborandole di volta in volta, cosi' come sto facendo ora con le mie e con la mia esigenza diversa dalla tua.
E' vero forse il Vico mi ha fatto riflettere sui corsi e ricorsi storici e sul fatto che qualcosa si puo' cambiare, a parte confonderlo con Giordano Bruno. E questo cambierà perchè non lo confondero' piu' con Giordano Bruno, magari con qualche altro filosofo che abbia le stesse iniziali.. :-)
Anche se non credo piu' in Babbo NAtale, e per colpa tua ora neanche alla Befana, m'impegnero' a interpretare questa situazione con tutti gli strumenti che umanamente saro' capace di donarti
Ti voglio bene