Vacanze. La libertà in questi giorni è una fragranza nell'aria, un sapore sul mio palato, il battito del mondo nelle mie vene, un pensiero senza eguali nella mia testa. E così continuo a vivere senza quasi rendermi conto di starlo facendo. La sensazione è strana, mai provata. Per qualche tempo non sarò costretto a pianificare tristemente le mie ventiquattro ore a disposizione, scandite dai riti assurdi che mi impone la routine. Ho ricominciato a chiudermi nella stanza del pianoforte, solo io, io e il mio strumento magico; lo tocco e qualsiasi dubbio o paura che possa lontanamente turbarmi svanisce, annullato dal suono divino di note infinite. Buffo. Non so nemmeno perché io lo stia condividendo con voi. Passerò la maggior parte delle notti sdraiato sul pavimento, al massimo con un cuscino e una lattina di coca cola, ad ascoltare i demo che avevo fatto con il mio gruppo prima che un odio senza senso lo sciogliesse. Quando mi addormenterò sarà solo perché la realtà sarà diventata troppo buia, ed io correrò a rifugiarmi nei sogni, in cui comunque, da qualche mese, ho smesso di credere.
Oppure mi farò venire il sangue agli occhi stando ore davanti al monitor, a continuare il mio stupido romanzo, una delle poche cose a cui la mia creatività tradita e il mio spirito ferito riescono ancora ad aggrapparsi. Inseguirò parole, le metterò in fila, solcherò i terreni delle storie mai raccontate. Magari chiamerò con tutte le mie forze la mia anima gemella, le chiederò di provare a spartire con me queste poche cose vere, e poi faremo l'amore nel buio caldo della notte fonda, illuminati solo dalle tenui luci artificiali allestite degli abitanti del paese; ma per noi sarà luce vera, luce eterna. Ci spero.
Scusatemi. Auguri a tutti.