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Dedica a cui stai rispondendo

So che quando parliamo, li' per li', non dai importanza a cio' che ti dico. Ma poi, col tempo, rianalizzi, forse col cuore.

Stai cercando di tagliare i ponti dal passato per cosi' costruire nuovi ponti con la tua famiglia, quella vera.

Pero', finche' tua mamma continuera' a scriverti e a cercarti, la situazione sara' sempre stabile, non migliorera'. E come potrai fare a dissociare il ricordo della mammina coccolosa da quello della donna complice delle atrocita' di tuo padre, quando la mammina coccolosa continuera' a cercare di coccolarti?

Devi affrontare la situazione. Devi far aprire gli occhi a tua mamma e farle davvero capire che quello che avete vissuto non e' stata solo la "solita violenza di papa'". Ma e' stato ben altro...

E l'unico modo per aprirle gli occhi una volta per tutte e' dirle chiaro e tondo quello che e' successo a Dona e, in parte, a te.

Se non lo farai, sarai costretta a dover fronteggiare ogni giorno le violenze dei tuoi. E, seppure ho fiducia in te, credo che in questo momento tu non possa averne le forze...

E pur se riuscirai a resistere, prova ad immaginare cosa succedera' quando al compleanno di tua mamma non andrai a Chiavari. Quando non andrai a tutti gli altri compleanni e alle altre vostre consuete occasioni...
Da tuo papa' la tua insubordinazione sara' vissuta come un affronto verso di lui, e proprio lui, in persona, prendera' il telefono, colmo di collera, per sgridarti e richiamarti all'ordine...
Credi davvero che davanti a una scena del genere riuscirai a dire quanto mi dicevi oggi? Non credi che invece gli sbatterai tutto addosso, una volta per tutte?

Cerchi di proteggere Dona. Ma sei tu quella che ora sta peggio di tutti. Sei tu quella che ha preso una boccetta di Lexotan, quella che ha tentato il suicidio per paura di affrontare la realta'. Non e' Dona. Dona dovra' solo fare i conti con la sua coscienza e debolezza. Non devi pensare a quello che potrebbe succedere a tua mamma, a tuo papa' o a Dona. Devi pensare a quello che sta succedendo ora a te. A quello che ti e' successo. Sei tu che stai male. Sei tu che devi venirne fuori. Come puoi proteggere gli altri se non riesci a proteggere te stessa dalla sofferenza?

Tagliare i ponti forse a volte non e' sufficiente. Bisogna proprio bruciarli...

Pensaci un po' su, ma non troppo...