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Dedica a cui stai rispondendo

Caro amico, ne sono passati di anni.Poco più di 9.Era gennaio, avevamo finito la scuola da pochi mesi, un diploma sudato...manco tanto poi :-),io mi ero iscritto all'università e tu eri partito militare.
E una sera mi hai chiamato, per organizzare una "rimpatriata",così si chiamano gli incontri fra ex di qualcosa no?Quella era la rimpatriata della quinta b, diplomati freschi ma che già dopo pochi mesi nessuno si sentiva più o quasi con gli altri.Hai chiamato tu perchè,ricordo, fra tutti eri tu quello che più voleva queste cose.E allora facemmo la rimpatriata, che alla fine poi eravamo solo in sette, pochi ma buoni, come si dice?Un bel pranzo al ristorante, e poi mi ricordo siamo andati in un bar a prendere un caffè.Ed eri contento che avevamo fatto sta cosa.Ricordo quando, scendendo via dal tuo paese, hai visto tuo padre.Spesso ho riflettuto su quanto sia impossibile sapere che stai salutando qualcuno per l'ultima volta.Così era per te e tuo papà,che non vi sareste più rivisti.
C'era da accompagnare un'amica a casa sua, era pomeriggio inoltrato ormai, e buio.Così siamo andati, in cinque, e tu hai insistito per sederti davanti al posto suo, te lo ricordi?Non passò molto tempo, venti minuti al massimo, la strada era cattiva e finimmo nel burrone.Un volo spaventoso, ma miracolosamente quattro di noi riuscirono a risalire alla strada da soli e quasi illesi.Eravamo finiti uno di qua e uno di là sul pendio del burrone, nessuno si vide con gli altri se non sulla strada.Nè ho capito mai come mi trovai d'un tratto fuori dalla macchina, a metà strada forse, mentre proseguiva la sua pazza caduta rotolando nel buio.E dalla strada, noi quattro, ti chiamammo.Avevo tutto il corpo ancora pieno di adrenalina ed ero felice di essercela cavata, tanto che davo per scontato, stupidamente,che lo stesso fosse toccato a te.Ma tu non rispondesti mai, nessuna voce da quel buio si levò in quella gelida sera invernale.Non ti vedevamo...chiamammo tanto ma era inutile e così buio che ti trovarono ore dopo, con le torce credo.E così te ne andasti, a 19 anni, per uno stupido incidente stradale.
Ho visto tuo padre in ospedale, subito dopo che gli fu detto che eri morto.Stavo facendo la registrazione per il ricovero in osservazione e arrivò...a noi non avevano voluto dire nulla.Ma quando entrò sconvolto nella saletta tutto mi fu chiaro.
Ho vissuto momenti terribili e molto lucidi in quell'abitacolo:sapevo che potevo morire da un momento all'altro, e ricordo che in quei secondi pensavo "ma è reale???siamo noi??"E non potevo far nulla perchè cambiavo posizione ogni momento, sballottato,fino al fortunato balzo fuori dalla macchina.Non fu così per te ma, credimi,nessuno di noialtri quattro sarà mai più lo stesso.Siamo tutti cambiati da quel giorno.
Se ti fosse andata bene pure a te sarebbe stato doveroso metterci a gridare tutti quanti dalla gioia...te lo immagini?Tutti e cinque sulla strada, illesi o quasi, che guardano il burrone, spaventoso,e dicono "ma come è possibile che siamo ancora qui?"E poi si mettono a festeggiare...a darsi delle gran pacche sulle spalle...SIAMO VIVIIII!!!!E fanculo la morte...fanculo la morte dei giovani!!Ma questa è solo una mia fantasia, poi lo so che invece tu non tornasti sulla strada, e ci furono solo, da allora, una bara e una lapide.
E quella gioia, quella di esser vivi dopo un volo così,non c'è mai stata.