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Dedica a cui stai rispondendo

Ennesimo momento di sfogo.
Cerco di descrivere a me stessa come mi sto sentendo in questi giorni. Sono in un momento di attesa, attesa di piccole cose che succedono senza che io le provochi. Mi muovo con cautela, ho paura di agire in modo impulsivo per non arrecarmi squilibri e quindi mi sto lasciando andare al vivere...mi sento forse molto piu' attenta e concentrata di prima, è come se stessi rientrando nel corso degli eventi che accadono, senza ansia di quello che succederà, senza farmi troppi pensieri, senza impormi un modo di comportarmi. Ma sicuramente con le idee chiare su cio' che è la cosa giusta da fare per stare bene e se il male arriva lo affronto, reagisco, senza esagerazioni, con risposte forse piu' ponderate e pacate..Ho dei momenti di massima lucidità e di presenza a me stessa ora piu' che mai...C'è un silenzio strano, a volte inquietante dentro di me, è l'attesa di quella telefonata di mio padre che prima o poi se continuo cosi' arriverà..io sto provocando tutto questo e ho bisogno di farlo a piccoli passi, perchè ho anche paura e me la sto vivendo tutta questa paura, con chiarezza che sto per affrontarlo e succederà e ce la faro'. Non potrei non avere paura di lui, ce l'ho dentro questa paura e insieme il coraggio di parlargli finalmente, e di liberarmi in qualche modo. Piano piano la verità verrà a galla, sta già succedendo, qualcosa è già stato detto da me a mia madre, che i guai delle famiglie non sono normali e non si devono per forza subire, che il rispetto per i genitori non è dovuto, devono meritarselo. E oggi piangevo gridando nel cuscino "onora il padre e la madre". Nessuno è riuscito a cambiarli, perchè troppo era l'abuso di potere, tutto era soffocato. é piu' grande di quello che si puo' immaginare. E non voglio piu' subirlo..è il momento del rifiuto.
Io non mi muovo per prima perchè non cerco di attirare l'attenzione, perchè non voglio piu' aspettarmi niente da loro, ma non prendo neanche precauzioni per evitare chiarimenti..se vogliono parlare e affondare il coltello nella piaga io sono qui per dare spiegazioni ma non lo faranno fino in fondo perchè poi dovrebbero fare i conti con la loro coscienza e responsabilità. E mia madre che mi parla come se fosse la mia amica
..E forse sto guardando in faccia alla sofferenza che ho dentro cercando di limitarne i danni, piangendo sapendo il perchè sto piangendo, e mentre piango parlo e impreco contro tutto quello che ho subito, ma poi quando ricevo la telefonata di mia madre riesco a dire chiaramente come stanno le cose, che non me la sento di andare piu' a trovarli perchè sto rivedendo tutto il male che mi hanno fatto perchè non voglio piu' essere la vittima dei loro problemi, perchè c'è in gioco la mia vita...Oggi leggevo un cartellone, ogni volta in metropolitana mi soffermo a guardarli. Era l'immagine di un bambino triste e sotto diceva qualcosa come "Non gli hanno rubato la biciletta, gli hanno rubato l'infanzia". Ci sono cose così grandi che ci vuole tutto il tempo del mondo per accettarle, non si possono cancellare con un colpo di spugna, ci vuole tempo, pazienza, perchè ogni spada che sto scagliando contro chi pensavo mi volesse bene, mi ritorna indietro come qualcosa che sto distruggendo di me stessa, una parte di me che se ne va, un'immagine di bambina felice che non ero ma che mi sono sempre raccontata, ora mi guardo a fondo, ripenso a episodi e fatti circoscritti nel tempo. Un mese fa, prima di Natale, non riuscivo neanche a farlo, prima di prendere la mia prima decisione, non andare a passare il Natale con loro..pensavo di non aver ricordi come se li avessi cancellati e invece non volevo riportarli a galla per non ammettere con me stessa tutto questo! Vedevo solo cio' che volevo vedere e come sono belle le favole, sono belli i sogni, ma se mi volto indietro non vedo un episodio di felicità o meglio, non sento di essere stata mai felice, non mi è arrivato niente, protezione, vicinanza, presenza. Niente. Il nulla. Il vuoto. E rendersi conto di questo vuol dire soffrire terribilmente dentro, guardare in faccia la bambina piccola che ero, prendermi in braccio da me, piangere da me, consolarmi e asciugarmi le lacrime da me, e farlo ora e dare tutta la mia presenza alle mie cucciole, perchè un giorno voltandosi indietro possano vedere magari una mamma distratta che troppo spesso andava a fumarsi la sigaretta, ma in fondo in fondo poter dire. Pero' mi voleva bene, lo sentivo, mi sono sempre sentita amata e piena del suo amore.
e se sono contenta...magari non faccio salti di euforia e non mi stordisco in emozioni assolute, ma provo gioia per le piccole cose che mi fanno piacere...di cui ora non riesco a parlare perchè sto soffrendo.