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-Senti, deficiente- ho detto arrabbiata -io non ti capisco proprio. Sei quasi umano quando mi mostri i vecchietti del condominio, poi fai cadere la gente dalla bicicletta e cerchi la rissa. Chi sei?
Mi ha guardata, vedevo solo gli occhi e il naso impolverato sotto il casco, e ho capito.
Hannibal. Era il mio caro Hannibal the Cannibal, con la museruola. Ed era anche un ragazzo malato. E un angelo. E un adolescente cresciuto in fretta, e uno stronzo, e il mio amore impossibile e il mio vicino di casa.
Era tutte queste cose insieme.
-Angelo- gli ho detto -facciamo un gioco. Togliti il casco, facciamo finta che siamo ancora sul motorino, io salgo sul sellino e ti abbraccio.
Lui stava zitto, io l'ho fatto, e lui ha tremato.
Ho parlato contro il suo petto, senza guardarlo.
-Se avessi tre anni in più, fossi dieci chili in meno, e avessi le gambe più lunghe e il culo più alto e le tette più a punta e le orecchie più piccole e fossi ricca e abbronzata e avessi un levriero e mi chiamassi Daisy Sweetlife, insomma con questi piccoli ritocchi mi baceresti?
-Dovrei essere matto- ha riso lui.
Mi ha carezzato i capelli e il mio cuore ha martellato così forte che ho pensato:
se mi bacia muoio.
Purtroppo mi ha risparmiato.
S.Benni - Margherita Dolcevita
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