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Dedica a cui stai rispondendo

La seguente poesia non è stata scritta da me.Ma l' ho letta e riletta fino a sentirla mia.Riassume quello che ho dentro e che stasera, con parole mie, non riuscirei a spiegare in maniera migliore.

"Se ne andrà per prima
la memoria della tua voce
perduta su altre onde
viaggiante in altre dimensioni
ed io la lascerò andare,
la vedrò forse con gli occhi dell'anima,
ne ascolterò il sonoro eco
col ritmo del mio cuore"

è stata scritta da Kuki Gallmann, dopo aver perso il marito ed il figlio adolescente.
Tante poesie, tanti racconti parlano di perdite, di assenza ma io credo che unicamente nelle righe di chi ha perso realmente qualcuno si possa comprendere la sofferenza.
Anche per questo, ogni poesia di questa autrice è come se mi rimanesse cucita addosso.
Sono passati oltre 20 anni dalla perdita che ha dovuto subire e vorrei chiederle, vorrei chiederle veramente se con il tempo si può superare, se le ferite si possono rimarginare, se il sole può tornare a splendere senza essere continuamente offuscato dall'eco del passato.

Nei libri che ha pubblicato dopo aver perso le due persone che amava si nota meno smarrimento, meno dolore rispetto ai diari che contengono le lettere ai suoi cari scomparsi.
In ogni caso, mai ho letto di sue nuove gioie e felicità grandi quanto quelle vissute quando i suoi due angeli ancora le stavano accanto.
è proprio questa la mia paura:non riuscire ad essere più felice come un tempo, come quando Stefano mi era vicino, come quando la vita era un viaggio meraviglioso da percorrere insieme.
Quando gli scrivo, quando rileggo le mie dediche riesco quasi a provare le sensazioni di allora, riesco quasi a sentirlo ancora qui.
Ma non appena poso la penna o sospendo la lettura mi ritrovo sola, senza lui, in una vita troppo difficile da affrontare.
In una vita in cui le uniche parole che rimbombano sono "mai più noi due".
La mente comprende, ma il cuore ancora non vuole accettare.