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Dedica a cui stai rispondendo

Ho un dubbio che mi affligge da qualche mese, che forse non è propriamente un dubbio quanto un piccolo interrogativo che mi frulla nella testa. Per porvelo c'è un esempio: da agosto ho scoperto di avere due ernie al disco, e questa cosa ha un pò sorpreso i medici perchè sono giovane per averle, eppure è così (anche se a volte l'ernia viene diagnosticata a persone più giovani di me). Dopo numerose consulenze a un ortopedico (che mi ha consigliato di aspettare e nel frattempo di indossare un busto), un neurochirurgo (che mi ha consigliato una specie di puntura di ozono) e un altro neurochirurgo (che mi voleva operare), ho seguito il consiglio del primo e ora sto quasi migliorando. Dall'ernia non si guarisce, e la cartella la devono portare i miei genitori. A volte mi rendo conto di quanto facciano per me, mi hanno portato da più medici possibili, evitano di farmi portare pesi, mi sostengono, eppure ci sono momenti (come oggi) in cui sembro dimenticarmi di tutti i loro sforzi e so solo pensare fino a quanto durerà questo male alla gamba, che in alcuni momenti diventa quasi insopportabile. Eppure posso camminare, salire le scale, anche se non posso correre nè fare attività fisica. Sto parlando di ciò senza l'intento di offendere nessuno, perchè so che ci sono tantissime altre persone che chissà quanto soffrono per altri disagi... Infatti nella mia scuola c'è un ragazzo di 18 anni affetto da distrofia muscolare. Lui non può camminare. Eppure va avanti, così. E allora mi rendo conto che rispetto al suo il mio non è un problema. E' il nulla, il granello di sabbia più insignificante rispetto alla sua grande forza di volontà. E quindi spesso mi domando: perchè siamo sempre così insoddisfatti? Perchè crediamo sempre che i nostri problemi siano sempre più grandi? Come si può giustificare questo comportamento, che a volte ci fa perfino essere ingrati? Egoismo? Prepotenza? Paura? Scusate per lo sfogo ma ho davvero bisogno anche solo di una risposta.
The Dreamer