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Un fallimento. Su tutte le linee. Beh, quando si impegnava sapeva come farmi stare bene. Ma.
Nella mia vita c?è sempre un grosso, pesante, enorme e maledetto Ma.
Immaturo, vigliacco, carogna, insensibile, irresponsabile, verme, falso, meschino, debole. Oh, debole.
Ma sincero.
La cui sincerità, signori, se la può infilare su dritto per il canale anale. Farsici un giro, strozzarsici, inciamparci su e rompersi una gamba.
Ma, data la mia solita fortuna, so che magari inciampando finirebbe sopra, che ne so?, una bella banconota da 500.
Lo odio. Davvero. Chi mi conosce sa che non uso le parole se non sono a conoscenza del loro spessore, del loro reale significato. L?ho cercato nel vocabolario. Mh, vediamo... odio: ?Risoluta ostilità che implica generalmente un atteggiamento istintivo di condanna, di rifiuto, di ripugnanza, oppure un costante desiderio di nuocere?.
Come dire... lo detesto, lo disprezzo, lo ripugno, lo condanno, lo rifiuto, lo odio totalmente e assolutamente. Ma iniziamo dal principio.
Odiavo M, e dopo di lui L. Ora odio la mia boccaccia per aver esordito, un bel giorno, dicendo: ?* è beddu!?. Odio D, per aver combinato tutto e per avergli dato il mio numero. E odio lui. Lui, perché ha insistito tanto per conoscermi, nonostante non rispondessi subito ai suoi squilli. Lo odio per le belle frasi. Per quella nostra prima serata. Al ritorno da quella serata. Per quella splendida serata. Lo odio per essere stato la mia boccata d?ossigeno puro dopo quei due coglioni, per avermi illusa e confusa, usata e stracciata, per avermi fatto stare così bene in tre mesi e per avermi fatto sprofondare in un solo giorno. Lo odio per avermi fatto sperare, per avermi permesso di sognare, per avermi fatto volare, per avermi fatto chiudere gli occhi e buttarmi a capofitto in qualcosa che poi si è rivelato un vero fallimento. Lo odio per essere diventato improvvisamente un estraneo ai miei occhi. Lo odio, lo odio con tutta me stessa.
Odio me stessa, per essermi permessa di concedermi così, per essermi lasciata andare, per essermi fidata al solito mio, per avergli dato una prima possibilità, e poi una seconda.
Ha rovinato tutto, tutto, totalmente, vorrei che questi tre mesi fossero cancellati dalla mia vita, vorrei non averlo mai conosciuto, non aver mai neanche saputo che esistesse, vorrei non aver mai condiviso nulla della mia vita con lui. Lo odio, e odio il fatto di non riuscire a non odiarlo, odio me stessa per essere stata così idiota ed ingenua, per non riuscire a dargli la mia indifferenza, mi odio perché per l?odio che provo per lui non riesco a mangiare, a sorridere, a respirare, mi sento in una perenne stasi di apnea, un?odiosa apnea, uno stato di morte cerebrale e corporale, un coma profondo, dove anche sognare mi costringe a uno stato di sofferenza. Sfioro la follia. Non dormo più, da quel giorno ogni notte, sistematicamente, viene a rompermi l?anima. Giuro che non lo dico così per dire. Ogni ca**o di notte, ogni notte, ogni notte. Lo sogno. Ed ogni giorno il risveglio diventa sempre più straziante, il cercare di ingranare la marcia e tornare a vivere. Sono abbandonata a me stessa. Me e me stessa. Non riesco neanche ad apprezzare la sua sincerità, non ce la faccio proprio, non lo capisco e non lo voglio capire, non lo capirò mai, non mi riesco a spiegare come, come e ancora come abbia potuto rovinare tutto, gettare tutto, f**tersene di tutto. Lo odio. Lo odio. Lo odio. Lo odio. Lo odio. Ogni sua parola, quella dannata mattina. Mille pugnalate al cuore. Lo odio. Lo odio. Non riesco a dire, fare altro. Mi ha tolto la vita, la sanità fisica e la serenità mentale, lo odio. Lo odio. Profondamente. Mi sta rovinando la vita, e io ci provo a tirare fuori le unghie e a tenere duro, ché in questo mondo di m**da il 90% della popolazione è composta da sfottuti bast*rdi approfittatori, e io mi sono rotta il ca**o, non riesco più a provare altro se non un profondo odio e un assoluto astio per qualunque persona di sesso opposto al mio, non riesco. Davvero. Non riesco, rizzo il pelo non appena chiunque tenti un minimo approccio nei miei confronti. Se mi parla, vedo in ogni sua parola, in ogni singola vocale e consonante, un doppio senso, un doppio fine, un doppio scopo. E provo lo schifo. Schifo. Si, lo schifo. E se da una parte divento acida e astiosa, dall?altro divento smodatamente superba e maliziosa.
Lascio questo paese di m**da per una settimana, me lo dimentico, mi lascio tutto alle spalle per una fantastica settimana di respiro. Per una settimana mi dimentico di qui, e questo posto si dimenticherà di me per una settimana.