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Il mio corpo era il suo corpo.
Era un'infinità di pieghe e orme che lui conosceva, che aveva percorso e scoperto.
Era un' immensità di suoni e profumi che dopo tanto tempo aveva imparato a ricordare.
Il mio sorriso era per lui diverso dagli altri, le nostre carezze erano dolci attimi in cui perdersi, in cui respirare nuovamente la vita.
Amavamo i nostri ricordi, i nostri attimi, le nostre immagini.Respiravamo insieme quando le nostre anime si univano e tutto il mondo scompariva dietro un vetro appannato, tra candele accese e il ticchettio delle ore.
Ridevamo delle stesse gioie, piangevamo del tempo vissuto senza conoscerci.
Ed ora, piango il tempo che nessuno può ridarci.
Temevamo la separazione perchè di tutto quello che ci avvolgeva non sarebbe rimasto nulla senza l'altro.Sbagliavamo.
Stefan non c'è più ma tutto è rimasto intatto, come se non fosse realmente finita, come se ancora potesse apparire e purificare la mia anima.
Vivere per lui è la prova più grande che io abbia mai pensato di sostenere.
Ogni volta che respiro, ogni volta che chiudo gli occhi e ricordo, ogni volta che le mie labbra insensibili si abbandonano a qualcun altro, io penso a lui.
Ai suoi occhi azzurri, al suo viso, a quello che mi ha lasciato e che non perderò mai.
Se mi chiedessero cos'è per me la vita, l'amore, la passione, l'amicizia io risponderei con il suo nome.
Il suo nome..sette lettere..chiamate, urlate, milioni di volte prima del silenzio.
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