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La paura devastatrice, degradante che s'impone al condannato per mesi o per anni, è una pena più atroce della morte, e che non è stata imposta alla vittima. Persino nel terrore della vilenza mortale che le viene fatta, nella maggior parte dei casi la vittima precipita nella morte senza rendersi conto di quel che le accade...invece al condannato a morte l'orrore viene inflitto al dettaglio. la tortura della speranza si alterna alle angosce della disperazione animale. il condannato non è più un uomo, è una cosa che attende di essere manipolata dai carnefici.
-Albert Camus, Riflessioni sulla pena di morte-
...è sempre sbagliato uccidere, anche quando ad uccidere è lo stato...
NO ALLA PENA DI MORTE
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