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Dedica a cui stai rispondendo

Ieri sera ho sentito una persona che un tempo mi fu cara. Ora non lo è più, ma quasto non cambia il passato.
Risentirla mi ha fatto sobbalzare dalla sedia, ma alla fine è stato solo un pretesto per ripensare a ciò che pensavo esattamente un anno fa: e cioè che, se non era amore, era qualcosa di molto vicino.
Era anche un'evasione, un modo per imprimere una svolta alla mia vita. Ecco a cosa ritorno, alle sere in cui pensavo e ripensavo come un cretino a cosa scriverle nel messaggio di buonanotte, a cosa le avrei detto il giorno dopo, a un complimento da farle, a quella leggera, ma terribile paura di commettere gaffes, di essere troppo o troppo poco. E il piacere di vederla, di sfiorarle il braccio e dirle che, se era triste, io ero con lì con lei e non avrebbe dovuto esserlo. A cercare di farle capire ciò che lei non ha ancora capito. Alle canzoni che ascoltavo in macchina quando dovevo andare a lavorare e così ad incontrarla. Alla sera quando tentavo di rilassarmi e rivedevo la giornata. Alla speranza che tutto sarebbe cambiato. Alle sue reazioni e ai suoi sorrisi. E a me che passavo le giornate con una strano magnifico timore che dentro me stava succedendo qualcosa. E alla lettera che le ho scritto e che riscriverei nonostante tutto. E a quando la notte, per addormentarmi, pronunciavo il suo nome con la testa tra i lati del cuscino. Mi sentivo vivo.
Poi si è tutto fermato;così,all'improvviso. stato un bene. Ma un bene pagato a prezzo di svegliarmi da un sogno.
Ora non sogno più, e quando voglio addormentarmi i lati del mio cuscino non ascoltano più nessun nome sussurrato.
E oggi mi sento sveglio, ma meno vivo.
Ecco a cosa ho pensato dopo averla risentita. Al momento, al periodo.
Al sogno.
E stasera mi sono di nuovo svegliato.