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Ora tu pensa:un pianoforte.I tasti iniziano.I tasti finiscono.Tu sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti.Non sono infiniti, loro.Tu, sei infinito, e dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi fare.Loro sono 88.Tu sei infinito.Questo a me piace.Questo lo si può vivere.Ma se io salgo su quella scaletta e davanti a me si srotola una tastiera di milioni di tasti, che non finiscono mai e quella tastiera è infinita, allora non c'è musica che puoi suonare.Ti sei seduto su un seggiolino sbagliato:quello è il pianoforte su cui suona Dio. Cristo, me le vedevi le strade?Anche solo le strade, ce n'era a migliaia, come fate voi laggiù a sceglierne una, a scegliere una donna, una casa, una terra che sia la vostra, un paesaggio da guardare, un modo di morire.Non avete mai paura voi di finire in mille pezzi solo a pensarla, quell'enormità,solo a pensarla?A viverla...Io sono nato su questa nave.E qui il mondo passava, ma a duemila persone per volta.E di desideri ce n'erano anche qui, ma non più di quelli che ci potevano stare tra una prua e una poppa.Suonavi la tua felicità,su una tastiera che non era infinita. Io ho imparato così.La terra, quella è una nave troppo grande per me.E'un viaggio troppo lungo.E'una donna troppo bella.E'un profumo troppo forte.E'una musica che non so suonare.Perdonatemi. Ma io non scenderò.
Alessancro Baricco - Novecento
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