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Dei e Uomini: è concesso loro di amarsi per un pezzo d'eternità?
Ma forse non ha neanche molto senso domandarselo. Forse tutto quello che occorre fare è vivere ogni situazione con semplicità, come ascoltando un vecchio mito greco; in modo che ciò che chiamiamo "cuore" sia sempre più disponibile ad ascoltare a sua volta.
Se un Uomo e una Dea si incontrano, è Casualità; se si incontrano di nuovo, diciamo pure che sia Fato; se rimangono uniti in eterno, è una miracolosa Realtà.
Perché il raggiungimento dell'eternità, essendo già molto difficile in sé, per venire eccezionalmente ottenuto presuppone in partenza che si superino i limiti dell'eterna presenza fisica: con la morte, i nostri corpi si corrompono e si sgretolano, ma se per le anime non c'è da temere la caduta in un grande Nulla, allora quell'amore che abbia perdurato nell'esistenza terrena perdurerà anche oltre, nel ricordo di ciò che è stato, e nella speranza di ciò che potrà ancora essere. E cos'è mai questo se non un miracolo?
Una creatura umana ha come primo dovere l'insegnare tutto questo alla creatura divina di cui è veramente innamorata, per guarire almeno in parte il dolore di chi è consapevole che moltissimi dei suoi anni infiniti trascorreranno nella solitudine, memori della metà con cui non hanno potuto essere condivisi.
No, questo non è niente, se non un puro e giusto miracolo.

Dunque gli Dei sono più deboli degli Uomini?
Gli Dei - io credo -, dato che hanno maggiori privilegi degli Uomini, sono i più portati ad illudersi. Quando sono ormai sicuri di essere corrisposti nei sentimenti dagli umani - senza aver dovuto ricorrere a forzature come magie, metamorfosi, rapimenti - si dimenticano della diversità che corre fra le loro due nature: immortalità per gli uni, mortalità per gli altri.
Una piccola ed enorme differenza, che da sola può aprire un abisso incolmabile. Ed è proprio lì che un dilemma atroce nasce inesorabile; ma non assale gli Dei, bensì gli Uomini, gli unici senza alcuna volontà nel grande meccanismo dell'Universo. E questi cominciano a chiedersi se sia meglio assaporare, privi di remore ed esitazioni, l'amore mitologico che si spalanca davanti a loro, oppure rinunciare a tutto per il terrore che suscita l'ipotesi della sofferenza, del tradimento per un altro mortale più bello, di una fine improvvisa che si faccia beffe dell'eternità, un'eternità che a nessuno come a chi ama può apparire tragicamente effimera.
Spesso è il panico a vincere gli uomini, spesso l'amore muore così. Non c'è da ricercare una ragione, solo un motivo per resistere, e per credere nella felicità che ad alcuni fortunati, malgrado le condizioni di questo nostro mondo, capita.

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