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Cosa si nasconde dietro la solitudine di un'anima?
Chiudo gli occhi e penso come possa un essere umano venire relegato in una condizione che equivale alla peggiore condanna interiore.
Chi è più solo? Forse chi è costantemente respinto dalla crudeltà, dall'egoismo, dalla malvagità altrui? O forse chi autonomamente sceglie, per la sfiducia nei suoi simili, per paura di vivere, per paura di AMARE, di isolarsi dal resto dell'Universo, chiudendosi in una bolla appartata nello spazio e nel tempo?
La seconda ipotesi è sicuramente la più difficile da pensare, e anche la più dolorosa. Perché una creatura stupefacente come l'uomo dovrebbe avere il terrore delle proprie emozioni? Perché spesso non riusciamo ad abbandonarci completamente a sentimenti che altrimenti ci illuminerebbero ogni giornata?
Credo personalmente che nessuno di noi riesca mai a concepire la possibilità dell'eterno. In fondo sappiamo, abbiamo sempre saputo che può esistere un amore che varchi i confini dell'infiniti, che resista ad ogni ostacolo, che duri oltre la morte... il problema è che ci rifiutiamo di accettarlo serenamente. Temiamo la fine, come animali sperduti, braccati da un cacciatore.
L'amore muore, è vero. Ma in quante occasioni possiamo affermare di non avere rimpianti, di sentire che il nostro spirito vibra per ciò che più desideriamo o abbiamo desiderato o desidereremo? Che cosa ci impedisce di SPERARE? Che cosa ci fa perdere troppe volte di vista il confine fra "libero" e "solo"?
Non so se valga la pena di continuare a riflettere su questo. Nemmeno io sono fuori dalla questione... nemmeno io sono sicuro di essere in ogni caso pronto a morire d'amore, a braccia spalancate, come un angelo.
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