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Oggi ci ha lasciato una persona esemplare, una donna unica e a mio parere inimitabile!
Spesso criticata, accusata,diffamata Oriana Fallaci si è spenta in una clinica privita di Firenze, dopo anni di lotte contro "l'alieno".
Pensare che è arrivato anche per lei quel momento che ha sempre odiato, quello della morte mi fa uno strano effetto, le che tanto odiava Quello"spreco di vita"si è piegata ad un destino inevitabile.
"Le fa paura la morte?Al posto della paura sento una specie di malinconia, una specie di dispiacere che offusca perfino il enso dell'umorismo.Mi dispiace morire, sì.E non dimentico mai ciò che Anna Magnani mi dissi tanti anni fa:"Oriana mia!Non è giusto morire visto che siamo nati!".Non dimentico nemmeno che quell'ingiustizia è toccata a miliardi e miliardi di esseri umaniprima che a me, che toccherà a miliardi e miliardi di esseri umani dopo di me.Però mi dispiace lo stesso.L'amo con passione, La Vita, mi spiego?Sono troppo convinta che la vita sia bella anche quando è brutta, che nascere sia il miracolo dei miracoli, vivere il regalo dei regali.Anche se si tratta di un regalo molto complicato, molto faticoso.A volte, doloroso.E con la stessa passione odio la Morte.La odio più di una persona da odiare, e verso chi na ha il culto provo un profondo disprezzo:Il fatto è che pur conoscendola bene, la Morte io non la capisco.Capisco soltanto che fa parte della Vita e che senza lo spreco che chiamano Morte non ci sarebbe la vita."


Di quelle pagine lette d'un fiato, di quella donna dai tratti duri e corrosi, di quella voglia di vivere e amare che infondeva, di quella consapevolezza e coraggio, mi rimarrà molto, ci rimarrà molto, perchè chiunque ha intrecciato il proprio destino con il suo non può non essere rimasto scottato, non può essere indifferente dinnanzi a tanta tenacia e forza.Forza della ragione, dunque,forza di ammettere le proprie idee, di pensare con la propria testa.La lobotomia non era per lei, che osava ancora pensare, al diavolo chi non la capiva, chi la condannava al rogo:l'importante è pensare, riflettere e se poi si giungeva a conclusioni scomode per gli altri nessun problema.
Paura di pensare, e pensando approdare a conclusioni che non corrispondono a quelle delle formule imposte a traverso il lavaggio cerebrale, anzi la lobotomia.Para di parlare, e parlando esprimere un giudizio diverso e dal giudizio espresso e accettato dai più.Paura di non essere abbastanza allineati, ubbidienti,servili di essere liberi, insomma.di rischiare, di avere coraggio.Occhi negli occhi:oggi il coraggio è una marce di lusso, una stravaganza che viene derisa e considerata follia.La viltà è invece un pane che per pochi soldi si vende in ogni bottega.Come i prepotenti che quel pano lo vendono impacchettatonella carta del falso rivoluzionario, i più si muovono soltanto se a muoversi non rischiano nulla.O soltanto per seguire le lusinghe e gli equivoci dell'uguaglianza. Tocqueville diceva che il matrimonio su cui si basa la democrezia, il matrimonio dell'Uguaglianza e della libertà,non è un matrimonio riuscito.Che non è riuscito perchè gli uomini amano la livertà assai meno dell'uguaglianza, e la amano assa meno perchè sfociando nel collettivismo l'uguaglianza toglie agli individui il peso delle responsabilità.(si può essere uguali anche nella schiavitù).Forse si riferiva a noi anche quando diceva, anzi rammentava che col termine Uguaglianza la democrazia intende uguaglianza giuridica ossia l'uguaglianza espressa dal motto "la Legge è unguale per tutti:non l'uguagliaza morale e mentale.L'uguaglianza di valoire e di intelligenza e di onestà.Lo stesso quando dicevaanzi rammentava che in democrazia i voti si contano ma non si pesano.Sicchè la quantità finisce col valere più della qualità,e i non_intelligenti finiscono sempre per comandare:Comandando col rovinarel'unico sistema di governo possibilecioè la democrezia.Nonostante le sue colpe, le sue pecche, le sue ingiustizie, i suoi vizi di base, infatti la democrazia non ha alternative.Se muore quella, la libertà va a farsi friggere."
La donna che mi ha insegnato ad amare, ad avvamparmi per ogni passione, per qualunque cosa destasse in me rabbia, ardore.Lei che ha saputo svegliare il coraggio, la forza, l'amore:


"Paradossalmente, non ero innamorata di te. Non lo ero mai stata, perlomeno nel senso che si da di solito a questo termine. Parlo del desiderio fisico che annebbia la vista e interrompe il respiro al solo guardare la creatura amata, del brivido che ti intirizzisce e ti scoglie al solo sfiorarle una mano, una guancia, sicché tutto in lei diventa unico e insostituibile, perfino l?odore del suo fiato, il sudore della sua pelle, i suoi stessi difetti ti semino qualità deliziose: hai bisogno di lei come dell?aria, dell?acqua, del cibo, in tale schiavitù muori di mille morti ma sempre per resuscitare, per esserle schiavo di nuovo.
No, neanche sull?incanto della prima notte, i sensi avevano avuto influenza, sarebbe stato disonesto dire che la tua passione aveva suscitato la mia, e anche dopo era stato così: negli abbracci forsennati o dolcissimi non era il tuo corpo che cercavo bensì la tua anima, i tuoi pensieri, i tuoi sentimenti, i tuoi sogni, le tue poesie. E forse è vero che quasi mai un amore ha come oggetto un corpo, spesso si sceglie o si accetta una persona per la malia inesplicabile con la quale essa ci investe, o per ciò che essa rappresenta ai nostri occhi, alle nostre convinzioni, alla nostra morale."

Questo è ciò che mi ha lasciato questa grande donna, scrittrice e giornalista.Tanta è l'amarezza per una donna non sempre capita e al tempo stesso grande è felicità perchè una vita al suo pari non poteva essere vissuta.Una lacrima riga il mio viso, la stessa di Penelope alla guerra, una lacrima di consapevolezza e gratidudine.
grazie Oriana