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Dedica a cui stai rispondendo

Quando ero al liceo odiavo i temi. Quelle ore di strazio davanti al foglio bianco che nn si riempiva mai abbastanza, pungolandomi di domande per riuscire a strappare fuori dalla mia testa qualcosa di congeniale al professore, che valesse un numero abbastanza alto da mantenere la media. Una frase ben articolata, senza errori grammaticali, un buon vocabolario, qualche dotta citazione e una marea di banalità' trite e ritrite nei testi di storia, antologie, quotidiani, perche' la preoccupazione piu' grande era nn rivelare mai nulla di me. Avrei voluto essere vista, coinvolta.Paradossalmente invece mi comportavo sempre da spettatrice.
Mimetica.Tutto quello che avevo da dire l'ho sempre condiviso solo con me stessa, pensato in pigri pomeriggi vuoti, che come in un processo ineluttabilmente circolare si ripetono identici a distanza di anni, anni di solitudine e disperazione, con qualche breve parentesi di speranza, per poi risprofondare sempre nella stessa conclusione.
Ho venticinque anni. Stando a previsioni ottimistiche, dato il considerevole allungamento delle aspettative di vita, piu? di un quarto della mia esistenza si e? gia? concluso, e? gia? stato vissuto.
Ma da chi? Chi ha vissuto al posto mio?
I pochi Ricordi che ho, degni della considerazione che evoca questa parola quasi magica, bastano si e no a riempire.. quanto..? forse un anno? Due ?tre?
Una goccia, nel mare del tempo dimenticato tra occupazioni inutili, o addirittura nemmeno mai occupato, semplicemente subìto, assorbito da un?apatia prepotente, imperativa.
Sono sempre stata ?dall?altra parte?, dall?altra parte di tutto, di tutti, isolata in un mio mondo ovattato di distanze ormai divenute incolmabili, troppo tardi per ridare colore al passato, e forse anche al domani: ormai questa nostalgia si e? insediata lentamente, giorno per giorno, secondo per secondo, mi ha travolta cellula dopo cellula, e come una malattia incurabile, ha minato anche le mie aspettative, ha condizionato il mio modo di vedere la vita, elidendo qualsiasi altra prospettiva diversa da un buio presente.

?Durante tutto il viaggio la nostalgia nn si e? allontanata da me,
nn dico che fosse come la mia ombra
mi stava accanto anche nel buio.
Non dico che fosse come le mie mani e i miei piedi,
quando si dorme si perdono mani e piedi
io non perdevo la nostalgia nemmeno durante il sonno.

Durante tutto il viaggio la nostalgia non si e? separata da me
non dico che fosse fame o sete o desiderio
del fresco nell?afa o del caldo nel gelo
era qualcosa che non puo? giungere a sazieta?
non era gioia o tristezza, non era legata
alle citta?, alle nuvole, alle canzoni, ai ricordi
era in me e fuori di me.

Durante tutto il viaggio la nostalgia non si e? separata da me,
e del viaggio non mi resta nulla se non quella nostalgia.?
Nazim Hickmet.