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Dedica a cui stai rispondendo

..vedevo gli altri che parlavano in nome della libertà e, quanto più difendevano questo diritto assoluto, tanto più si dimostravano schiavi dei desideri dei genitori, di un matrimonio in cui avevano promesso di rimanere accanto al coniuge "per il resto della vita", oppure si rivelavano succubi della bilancia, delle diete, dei progetti interrotti a metà, degli amori ai quali non si poteva dire "No" o "Basta", dei fine-settimana in cui erano costretti a pranzare con chi non desideravano. Schiavi del lusso, dell'apparenza del lusso. Schiavi di una vita che non avevano scelto, ma che si erano obbligati a vivere: perché qualcuno, alla fine, li aveva convinti che quell'esistenza era la migliore per loro. E così attraversavano giorni e notti tutti uguali, in cui l'avventura era soltanto una parola in un libro o un'immagine del televisore sempre acceso, e ogni volta che si apriva una porta, loro dicevano: "Non m'interessa, non ne ho voglia."
Come potevano sapere se ne avevano voglia o no, visto che non si erano mai presi la briga di provare? Ma era inutile porre la domanda: in realtà, avevano paura di qualsiasi cambiamento che potesse scuotere quel mondo al quale si erano abituati.
L'ispettore ha detto che sono libero. Lo sono adesso, e lo ero in prigione, perché la libertà è sempre stata la cosa che più desidero e rispetto a questo mondo. E' vero che questo mi ha portato a bere vini che non mi sono piaciuti, a compiere azioni che non avrei dovuto fare e che non rifarò, ad avere sul corpo e nell'anima moltissime cicatrici, a ferire qualcuno - a cui ho finito per chiedere perdono, in un'epoca durante la quale mi rendevo conto di poter fare tutto, tranne che forzare un'altra persona a seguirmi nella mia follia, nella mia sete di vivere. Non mi pento dei momenti in cui ho sofferto, porto su di me le cicatrici come se fossero medaglie, so che la libertà ha un prezzo alto, alto quanto quello della schiavitù. L'unica differenza è che si paga con piacere, e con un sorriso - anche quando quel sorriso è bagnato dalle lacrime.

Paulo Coelho - Lo zahir