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Amore mio... mi manchi terribilmente tanto... E mi sento sola. Anche se son circondata da persone che mi amano. Ma l'unica persona che io ami davvero non c'è. Oggi continuo a pensare a te. Continuano a tornarmi i ricordi di quei giorni. E mi faccio male da sola perchè non sto facendo niente per evitarlo. Potrei concentrarmi su altro, tenermi occupata per evitare di pensarci così costantemente. Ma stamattina non ce la faccio e non so perchè. Fanno malissimo i ricordi di quei giorni. Lui che suona il campanello di casa mia nel mezzo della notte. Lui che non riesce a versare neanche una lacrima mentre mi dice che il suo migliore amico non c'è più. La mia disperazione. La mia famiglia che cerca di aiutarmi, tutti che mi stanno troppo vicino, tutti che mi soffocano. E non mi lasciano da sola una attimo. Hanno troppa paura che io possa fare qualche ca**ata, sanno quanto eravamo legati. Ed i giorni seguenti... tutti ne parlavano. Nei bar, nelle piazze, nei giornali, ovunque. Ovunque si parlava di te, di quello che ti è successo, di me. Non potrò mai dimenticare le locandine esposte in tutte le edicole della provincia... c'eri dappertutto. E io ero disperata. Volevo vederti e non potevo. Non ce lo permettevano. I magistrati non ce lo permettevano. Dopo tre giorni li abbiamo convinti. Avevo bisogno di vederti. Ti ho visto. Sotto quel lenzuolo bianco. L'ho alzato con le mani che tremavano. Ti ho abbracciato. Eri stupendo amore, come sempre. Sembravi addormentato. Non hai sofferto amore mio, eri troppo rilassato. Quel giorno abbiam potuto vederti solo io, tua madre e tuo fratello. Il giorno dopo tutti avrebbero potuto vederti. I tuoi amici, i tuoi famigliari. Tutti quelli che ti volevavo bene volevano vederti per l'ultima volta. E io volevo che tu fossi stupendo. Ti ho vestito con i vestiti che amavi. Ti ho messo il gel nei capelli. Non uscivi mai di casa senza gel. E volevo che tutti ti vedessero per com'eri sempre stato. Eri perfetto. Il giorno dopo tutti i tuoi amici son venuti a trovarti. Io ero sempre lì, con te. Ti parlavo. Ti baciavo. Ti stringevo le mani. Era devastante vederti dentro a quella bara. Bara. Che parola orribile. Fredda. Ma eri bello lo stesso. In mezzo a tutti quei fiori. Circondato dai fiori. Sembrava di essere in un giardino in un bel giorno di primavera. E invece eravamo in una cella mortuoria in un gelido giorno d'inverno. E nevicava. Ho sempre amato la neve. Amavo guardarla scendere. Metteva tranquillità. Da quel giorno odio la neve. Magari eri tu che la facevi scendere. Magari lo facevi per rendermi un po felice. Ma in quei giorni ho odiato tutti e tutto. Anche la neve. Ricordo il freddo che c'era. Adesso mentre scrivo sto tremando. Tremo ricordando quei giorni. Il giorno dopo c'è stato il funerale. Non sopportavo l'idea di staccarmi da te. Sono rimasta al tuo fianco fino all'ultimo. Ho voluto guardare mentre chiudevano il coperchio della bara. Ho voluto toccarti per l'ultima volta. Stringevi il modellino della tua auto preferita. Mi sembrava giusto che tu l'avessi. Vicino alla tua testa, sul cuscino bianco, avevo messo un'angelo. Dentro alla tasca della tua camicia c'era la mia lettera. Sono rimasta con te fino all'ultimo momento. Urlavo mentre sentivo il rumore dell'avvitatore. Mia madre mi stringeva. La tua famiglia era fuori dalla porta. E io urlavo dal dolore. E poi la chiesa. Anch'essa piena di fiori. Tutti piangevano. C'era un tuo ingrandimento vicino all'altare. Sembrava tutto cocì irreale. E poi al cimitero. Con quel corteo infinito di persone. Tutti i tuoi amici in fila. Ognuno con una rosa in mano. Le hanno lanciate nella tua tomba. E' stato devastante. Poi son tornata a casa. E poi il vuoto. Il vuoto di una vita senza di te.