L'invio delle risposte è gratuito, le informazioni del mittente sono opzionali.
CATEGORIE
L'invio delle risposte è gratuito, le informazioni del mittente sono opzionali.
Dedica a cui stai rispondendo
Molti danneggiano le strutture degli istituti scolastici per far saltare le lezioni. Ma sempre più spesso si registrano anche minacce, pestaggi, intimidazioni, episodi di razzismo e prepotenza contro i più deboli e contro i docenti. Un fenomeno trasversale che non risparmia né i più piccoli né le ragazze. E che ogni anno costa milioni di euro alla collettività per le riparazioni.
A livello nazionale non esiste un monitoraggio ufficiale. E allora lo Stato ha provato a censire i casi di violenza registrati negli ultimi mesi nelle scuole italiane. Sono state raccolte storie di incendi, bombe, allagamenti, atti vandalici di ogni genere (dalla colla nelle serrature all'intasamento dei sanitari, quasi sempre con le lattine, dai vetri rotti alla manomissione dei pannelli elettrici), di infestazioni con vermi, gas tossici, creolina e polvere di estintori (un sistema diffuso per «bigiare» le lezioni), di furti (dai computer alle finestre, ai materiali video), di pestaggi contro i professori.
I dati raccolti sono stati assessorati regionali, provinciali (competenti per le scuole superiori, le più colpite), comunali, direzioni regionali scolastiche, università, tribunali per i minorenni, questure, caserme dei carabinieri, prefetture, agenzie di stampa e giornali locali. La mappa non ha pretese di scientificità, ma fotografa più in nero che in bianco una scuola ostaggio di vandali e violenti di ogni risma (come confermano le due ricerche sul bullismo pubblicate in anteprima in queste pagine, «un virus che non colpisce più solo le periferie e i maschi» avverte il presidente dell'Eurispes Gian Maria Fara).
Non si tratta di una lista di proscrizione, di una schedatura di scuole «cattive», ma di un elenco di istituti che hanno subito ingiustizie piccole e grandi, spie di un malessere da non sottovalutare. Nella cartina alcune regioni sono più rappresentate di altre, a volte perché l'emergenza è davvero più grave, a volte perché certe istituzioni contattate hanno preferito il silenzio alla denuncia. Ma ecco qual è la situazione della scuola italiana sempre più violenta.
Da tempo Torino, la città del ragazzo autistico picchiato davanti al videofonino, studia il fenomeno del bullismo e cerca soluzioni. L'ultima ricerca risale a maggio-giugno e dice che ci sono più vittime alle elementari (44 per cento) che alle medie (28) e che si dichiara un bullo il 13 per cento degli intervistati. La Provincia non monitora il fenomeno del vandalismo ma si ripromette di farlo.
Una maestra di Mazzè (Torino), fotografa con un aneddoto i problemi della scuola multietnica: «Un mio alunno straniero, alla domanda "Che cosa vuoi fare da grande?", ha risposto: "Guidare un pulmino per portare le prostitute dalla Romania in Italia"». In provincia i bimbi romeni sono gli stranieri più numerosi tra i banchi: 8.500 su 21 mila. Seguono marocchini, peruviani, albanesi e cinesi. I figli degli immigrati alle elementari sono quasi il 10 per cento e la scuola più multirazziale d'Italia deve fare i conti con i problemi della convivenza. In particolare nel quartiere di San Salvario.
A Novara la Provincia ha avviato un progetto antibullismo e ha speso 350 mila euro per allarmi e telecamere nelle superiori. A Cuneo hanno problemi gli istituti tecnici. A Verbania è nata una rete provinciale di prevenzione contro le prepotenze, con servizio di vigilantes sugli scuolabus (come a Vercelli). La Provincia di Biella dichiara di spendere per i danni dei teppisti solo 3 mila euro. Il bullismo affligge pure la Valle d'Aosta: uno studio della Regione nei corsi superiori stima che 4 ragazzi su 10 ne siano vittime.
A Genova le «palanche» contano. «L'anno scorso abbiamo speso 80 mila euro per le riparazioni e a ogni segnalazione mandiamo gli ispettori» spiega l'assessore provinciale all'Edilizia scolastica Eugenio Massolo. «Il 10 per cento delle riparazioni è dovuto ai teppisti, anche se solo 44 scuole lo hanno ammesso». Il luogo più colpito è il bagno («Zona franca») con 160 attacchi a rubinetti e sanitari. Nel mirino pure finestre (92) e porte (17). La soluzione? «Più bidelli e istituti costretti a ricomprarsi gli arredi». In Liguria è nato anche il premio Attila per gli edifici meno danneggiati e un consigliere comunale vicequestore della polizia, insegna «legalità» nelle aule: «Da buona genovese insisto sul tema del risarcimento».
Il vicesindaco di Milano Riccardo De Corato dà i numeri: «Negli ultimi cinque anni nelle scuole cittadine ci sono stati 170 furti o tentativi, con 28 arresti. In più otto sinistri, due dei quali sono costati centinaia di migliaia di euro»: 250 mila solo per l'allagamento del liceo classico Parini. Un'impresa che ha trovato molti emuli nell'hinterland, per esempio a Monza. La Provincia spende 120 mila euro l'anno di danni e punta su allarmi e portieri per contenerli (ha speso 490 mila euro per mettere sotto controllo 100 scuole su 141).
A Brescia, dove il tribunale dei minorenni ha fatto riparare i danni ad alcuni piccoli vandali, la Provincia ha appena realizzato un sondaggio su 30 mila studenti per studiare il bullismo. La provincia di Lodi nel 2005 ha speso 25 mila euro per i danni alle superiori, a Mantova giurano: solo 8 mila.
Un ricercatore della facoltà di psicologia di Padova, esperto di bullismo, avverte: «In Veneto 1 bambino delle elementari su 3 è vittima di prepotenze, nelle scuole medie 1 su 5, alle superiori oltre 1 su 10. E non è un problema solo maschile». Non mancano le intossicazioni ideologiche: a settembre un volantino xenofobo firmato «La Rosa nera» è stato trovato all'istituto Fanno di Conegliano Veneto (Treviso).
La Campania è, anche per la violenza scolastica, la regione più a rischio
In Provincia stimano di spendere circa 280 mila euro per i teppisti. A Padova, la goliardia universitaria dà il cattivo esempio: al liceo classico Tito Livio l'anno scorso i più giovani sono stati accompagnati a scuola dalla polizia. Un intervento sollecitato dal preside dopo che erano stati derisi e bersagliati da lanci di uova, farina e sapone liquido.
In Trentino-Alto Adige il livello di violenza si misura sugli scuolabus, al punto che i genitori scortano i figli. Per uno psicologo trentino, «la tensione sta salendo». Però non se ne parla. Un procuratore per i minorenni, sostiene: «La tendenza è quella di lavare in casa i panni sporchi, anche nei casi più gravi».
Per quanto riguarda le tensioni razziali, qualche raro episodio si verifica all'Itia, dove in alcune classi gli studenti stranieri sfiorano il 30 per cento. A Bolzano la preside dell'istituto Valier ha reagito con fermezza: «Niente maturità per i ragazzi, a meno che non ridipingano le pareti». E i ragazzi cancellano le proprie scritte.
Allora io per non saper nè leggere e né scrivere vorrei far presente a tutti che gli episodi di vandalismo regione per regione li paghiamo tutti noi con le tasse regionali e con la busta paga dei genitori che fanno fatica a arrivare a fine mese con lo stipendio, dal momento che l'argomento bullismo dopo un pò viene a noia a tutti me compreso, io proporrei e l'ho già fatto in tempi non sospetti quando non era argomento principale dei mass-media, di denunciare chi vedete vandalizzare i beni di tutti, che se qualcuno non ha voglia di studiare può benissimo andare a fare il maiolicaro, o l'inbianchino, o il muratore che sono professioni più che dignitose, sicuramente di più della professione di idiota che esercitano nelle scuole, facendo perdere tempo a tutti e ai loro poveri genitori che li devono mantenere e sarebbero loro più utili se portassero qualche soldo a casa con un onesto lavoro anziché danneggiare la comunità con un fare babbeo basato sul nulla equindi per concludere una volta per tutte quando ci vuole ci vuole:-Denunciateli, anche anonimi, ma denunciateli quando esercitano la cosa migliore che riesce loro:-L'Idiota in una scuola!!!
© 2001-2021 by SCRIVILO - Tutti i diritti riservati
p.iva 01436330938