Correre giù per le scale, perchè il cellulare ha suonato poco prima e lui sta arrivando, passa a prenderti, andate a farvi un giro, la città semideserta, con lui sembrerà piena di gente. Fa freddo, il vento ghiaccio dell'inverno soffia prepotente nelle poche parti che mi restano scoperte, senza guanti come sempre, nascondo le mie mani dentro i polzini del piumino, il cappuccio del giacchetto tenuto rialzato dalla sciarpa di lana grossa, i capelli vanno a caso, un pò elettrizzati, ma lucidi come sempre, come te, anche se mi prendi in giro dicendo che ci son fissata, li adori.
4 piani di scale fatti di corsa, non conta nemmeno il rischio di cadere quando so che te sei giù...corro da te, e in quel minuto che ci impiego penso a quanta voglia ho di vederti, a quante cose ho da dirti, e all'ennesima bugia che ho inventato a mamma pur di tornare ancora da te...
arrivo giù, apro la porta, la chiudo alle mie spalle con un colpo secco, vedo i fanali della tua macchina, scorgo il cappellino, sei te...mi avvicino, apro lo sportello...penso un ciao appena visti non ce lo siamo mai detti...quella volta montai sorridendo, te fai altrettanto, poi ti giri, mi guardi di nuovo con quell'espressione tua, che non esistono parole per descriverla...io sorrido ancora.
Arriviamo in cima alla strada di casa mia, e te mi dici:"oh, non parli? almeno tu stessi zitta così quando c'hai da farmi la paternale per qualcosa!...in quei casi invece non ti cheti mai!". Questa volta ridiamo insieme, mi giro verso di te, ti guardo e penso che il mondo è grande ma il mio in quegli attimi finiva lì, a me e te rinchiusi in quei 4 finestrini...
Sprazzi di ricordi che durante il giorno, dopo tanti mesi, ogni tanto affiorano, momenti passati che so ripercorrere con la mente senza soffrire.
é stato veramente bello averti con me.