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Come mi sento? Come si sentono tutti, ognuno a modo proprio, con la sua logica, le sue priorità.
I ricordi a quel punto sono come coriandoli colorati, di tante sfumature; ognuno ha i suoi preferiti, quelli che guarda per primi. Li hai messi in una scatola, confusi. Quando vuoi giocare o anche fare sul serio, li tiri fuori, perché hai bisogno di pensare, di addomesticare le sensazioni che ti gorgheggiano dentro, per macerare le idee che si affollano e si aggrovigliano intorno a te. Li lanci per aria, ti smuovono l'atmosfera che ristagna, fanno allegria o tristezza, secondo i colori che attraggono la tua attenzione, che vuoi gustare, assaporare.
Quando non hai più voglia di pensare, perchè il presente ti chiama apportandoti nuovi pensieri, veloci e leggeri, senza storia da raccontare, raccogli i coriandoli in fretta e li riponi di nuovo nella scatola, hai altro da fare. Ne rimane qualcuno sparso qua e là, servono per ricordarti che devi sempre ricordare qualcosa perché la vita senza ricordi è come un mare senza vento, un fuoco tiepido.
Intanto i ricordi sono infiniti, non bastano mai se hai voglia di pensarci, servono sempre se hai bisogno di esistere meglio. In effetti ce li creiamo a dismisura quando siamo tristi e scappano di corsa quando ci riportano a momenti felici. Di volta in volta mischiandoli, con trame ricostruite apposta, perché è così che vogliamo in quel momento.
Quando pensi all'amore appena finito, il tempo non passa mai, perché le altre emozioni quotidiane sono tutte sbiadite, insulse, irrilevanti; è così che bruci tutto quello che in altri momenti ti occuperebbe di più, cerchi subito il dopo, per scoprire se c'è qualche buona notizia per te, sull'amore appena finito; i pensieri, invece, ristagnano, rimangono ondivaghi e penzolano senza senso, privi di ogni armonia e costrutto. Sembra che ti vien voglia di fare solo qualcosa per voltare pagina in fretta e sperare che la nuova pagina porti quello che profondamente desideri e di cui hai paura. Quello che ti capita di fare non ti prende.
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