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L?ho letto in una mattinata. Il luogo era a suo modo simbolico. Un eurostar in movimento da Roma a Milano. Incollato al mio posto lato corridoio da quei racconti di donne che sparano, preti che muoiono, politici che si inchinano, boss che si sentono divi del cinema, discariche abusive dove finiscono rifiuti, salute e dignità, giovani che in mancanza di altro adorano il kalashnikov, giovani che in mancanza di altro uccidono o vengono uccisi. Ma al di là di tutte quelle parole non riuscivo a staccare il mio pensiero da quella faccia. Da quel primo piano dell?autore, piazzato in bella vista sul retro di copertina. Vanità? Mossa commerciale? Difficile pensarlo. Sembrava molto di più un segnale, un messaggio, un simbolo. Io scrivo queste cose, incredibili a tratti, dure sempre. E ci metto la firma, e la faccia. E voi? Per pensare che i camorristi non si accorgessero di questo libro bisognava non aver letto il libro stesso. L'autore racconta più volte di boss amanti della letteratura e desiderosi di mostrarsi colti e artistici. E il sistema descritto nel libro che non posso mensionare è pieno di laureati e giovani preparati. E poi il libro ha cominciato a vendere. E quella faccia si vedeva troppo in giro. Quest?estate una ragazza di Napoli mi diceva (voci raccolte per strada) che presuntii camorristi o aspiranti tali si vantavano di girare con quella foto in macchina, per poterlo riconoscere e sparargli, a vista.
Voce veritiera o spavalderia che fosse, ora questo scrittore gira sotto scorta, e si teme per lui, perchè ha messo su un libro che ha venduto molte copie, una serie di storie vere, di dati presi da inchieste giudiziarie, cronaca nera, osservazioni personali. Che a qualcuno desse fastidio, e molto, era immaginabile. Che qualcuno si sentisse offeso, colpito nel proprio credersi un eroe del male, una leggenda del crimine, era prevedibile. Che chi pensa di stare dall?altro lato della barricata, tra la gente onesta e desiderosa di un?Italia migliore, debba fare arrivare a questo ragazzo il suo applauso, la sua solidarietà, il suo sostegno per lo meno morale, mi sembra il minimo.
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