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In questi giorni il dolore devastante è tornato ad avvolgermi.
è arrivato senza chiedere permesso, senza bussare, senza presentarsi ma d'altronde ormai lo conosco bene e so che non ha bisogno di presentazioni.
LO sento scorrermi nelle vene, inniettato nel mio sangue come una droga da cui sembra impossibile avere scampo.
Si manifesta con il pianto e con una sostanziale perdita della cognizione del tempo.
Senza rendermene conto infatti, mi ritrovo per ore intere chiusa nella mia camera a fissare il vuoto.
E ad analizzare un vuoto ben più feroce, quello che ho dentro.
Quello che mangia a poco a poco la mia speranza, il coraggio di andare avanti e di convivere con la mancanza di Stefano.
Il mio angelo dal cuore buono.
Il mio frammento d'infinito.
Così,il 31 Dicembre mi sono ritrovata ad una festa, in preda allo sconforto più totale.
Attorno a me, sorrisi,auguri, gente che mi abbracciava urlando con enfasi <Buon anno!!>
Si, buon anno.
Un altro anno senza Stefano, un altra data da aggiungere a tutte quelle che non abbiamo potuto vivere insieme.
E mentre emulavo sorrisi e il mio abito di raso rosso e svarosky scintillava, io avrei solo voluto gridare, scappare,correre via.
Ma dove??Dove.
Ho cercato consolazione nel fondo di bicchieri sempre troppo poco forti.
Uno dopo l'altro, senza pensarci, senza avvertirne nemmeno più il sapore.
Ormai riesco a reggere l'alcool sempre di più,e così l' effetto arriva sempre più tardi.
Troppo tardi per impedire di sfuggire ai ricordi.
Il mio castello è caduto in pezzi ed io sono una silenziosa spettatrice delle macerie.
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