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Shama Charan si incarnò sulla terra con lo scopo ben preciso di mostrare, alle persone che vivono nel mondo, una via semplice ed efficiente per l?autorealizzazione. Ovviamente, per poterla insegnare, avrebbe dovuto raggiungerla lui per primo. Nel 1868 fu trasferito a Ranikhet. Un giorno, accompagnato da alcune guardie armate, stava portando del denaro a destinazione, quando si sentì chiamare per nome da un sannyasi. Poiché aveva con sé del contante, pensò che potesse essere un ladro, e procedette con cautela.
Il sannyasi gli disse: ?Non temere, sapevo che saresti passato di qui. Compi il tuo dovere, e non appena avrai finito, ritorna qui da me?. Con un po? di titubanza, Shama Charan si recò il giorno stesso dal sannyasi. Quest?ultimo lo salutò e gli disse: ?non mi riconosci? Ricordi di essere già stato qui?? Dopodiché, mostrandogli una pelle di tigre e una tazza, aggiunse: ?Ricordi quelle?? Shama Charan fu sorpreso e ribatté di non ricordare nulla. A quel punto, il sannyasi lo toccò sulla fronte, rendendolo in grado di ricordare la sua vita precedente. Ricordò di aver vissuto in quel luogo, e di essere morto lì durante la pratica della sua sadhana. ?Ho tenuto le tue cose con molta cura? ? aggiunse il sannyasi.
?Ti ho aspettato qui per quarant?anni, e ti ho fatto venire per darti l?iniziazione allo yoga?. Shama Charan parlò a lungo con il sannyasi, prima di accettare l?iniziazione, ma alla fine la prese con entusiasmo. Dopo aver ricevuto l?iniziazione al kriya, Shama Charan si perse in uno stato esaltato di Samadhi. Quel giorno, aprì la strada della sadhana del kriya yoga al mondo intero.
Shama Charan chiamava il suo guru ?Babaji? (significa semplicemente ?padre?). Babaji gli disse: ?Dovrai mostrare la via della salvezza alle persone che vivono nel mondo?. Seppur con un po? di titubanza iniziale, Shama Charan obbedì al suo guru appena ritrovato. Poiché nella vita precedente era un rinunciante, l?idea di rimanere in isolamento insieme a Babaji era quella più allettante, ma Babaji gli spiegò chiaramente che quello non era il suo dharma in quella specifica incarnazione, e lo convinse a rientrare nel mondo. Con un po? di tristezza, Shama Charan chiese, dopo poco tempo, il trasferimento da Ranikhet. Il giorno precedente alla sua partenza, chiese a Babaji di autorizzarlo ad insegnare il kriya yoga a chiunque l?avesse richiesto, indipendentemente dalla casta e/o dal credo di appartenenza. Babaji acconsentì. Era il 14 gennaio 1869, probabilmente una delle date più importanti della storia spirituale moderna dell?umanità.
Dopo essere stato trasferito in vari posti, per un certo periodo di tempo Shama Charan rimase nell?ufficio di Danapur. In quel periodo approfondì la sua pratica, mantenendo il segreto sul nuovo stato di realizzazione interiore. Poiché era uno yogi realizzato da molte vite, aveva poteri che le persone ordinarie considerano come soprannaturali ( Siddhi ). Ci fu un?occasione in quel periodo nella quale ebbe la possibilità di mettere in mostra le sue capacità. Il suo capoufficio non riceveva notizie dalla moglie da parecchio tempo, e sapeva che era malata in Inghilterra. A causa di questo, l?uomo era spesso triste e disperato. Shama Charan chiese quale fosse il problema, e, una volta ottenuta la risposta, rassicurò l?uomo dicendogli che sua moglie stava meglio, e che presto sarebbe arrivata una lettera. Raccontò anche all?uomo i dettagli principali del contenuto della stessa.
L?uomo fu molto sorpreso quando vide che il contenuto della lettera corrispondeva a quanto gli era stato detto. Tempo dopo, quando la moglie dell?uomo lo raggiunse in India, vedendo Shama Charan disse di averlo già visto a fianco del suo letto, quando era malata, e che era grazie al suo intervento che aveva ottenuto la guarigione. Questo fenomeno si chiama ?bilocazione?, ed è un potere spirituale riscontrato anche in alcuni santi cattolici, come ad esempio Padre Pio. Si racconta anche di un altro episodio in cui fu notata questa sua capacità. Solitamente, Yogiraj passava il mattino in meditazione, e non riceveva discepoli. Un giorno, un devoto, spinto dal bisogno di incontrare il suo guru, volle andarlo a trovare durante la mattinata. Arrivato a destinazione, vide Shama Charan assorto in Samadhi, e pensò che non fosse il caso di disturbarlo. Si recò quindi al mercato, pensando di ritornare più tardi, ma, una volta arrivato, vide Shama Charan che acquistava degli oggetti in un banco. La mente non accetta facilmente a queste cose, e pensò di ritornare a casa del maestro per vedere se fosse stato ancora lì a meditare. Yogiraj, inutile dirlo, sedeva ancora in meditazione, perso in uno stato supercosciente.
In quel periodo, il nome di Shama Charan Lahiri iniziava ad essere conosciuto tra i cercatori della verità. Erano in molti che andavano da lui a chiedere l?iniziazione alla pratica. Non volle mai pubblicizzare troppo la sua attività. ?E? necessario battere i tamburi per far sapere che il sole sorge?? - disse in un?occasione, sottolineando il fatto che il devoto, quando è pronto, trova la strada (o il mezzo per intraprenderla) da solo. ?Solo la mancanza di essenza deve essere pubblicizzata? ? aggiunse. Fedele a questi principi, non fondò mai né un?organizzazione, né un ashram.
(Tratto da:Autobiografia di uno yogi)
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