Oggi è una giornata strana, una di quelle Domeniche in cui le parole si stracciano e l'indecisione si accartoccia nel vento.
è per questo che ho deciso di scriverti, amore. Per resettare questi ultimi pensieri, queste ultime indecisioni (e sai bene di cosa parlo).Per trovarti ancora una volta nei miei ricordi allineati ordinatamente come soldatini di piombo, per sentirti vivere nelle mie parole, per farti rinascere in ogni riga.Una, due, cento volte.
Sono sola in casa, i miei sono partiti per le vacanze ed io in questi momenti avrei bisogno di te.
Lo so che ci sei amore, so che sei sempre qui, so che non te ne sei mai andato.Semplicemente è colpa mia che non riesco a vederti, a distinguere il tuo profilo, ad accarezzarne i contorni con le dita mentre sei disteso al mio fianco.
Ho cercato per oltre un anno il senso della tua morte.Ho consumato ogni lacrima inseguendo una ragione, una sola, qualcosa che potesse aiutarmi a capire e ad accettare.
Non ho trovato nulla, amore.
Solo impotenza e inadeguatezza.
Ora mi sono resa conto di aver cessato di imbottirmi di "Perchè",ho smesso di aspettarti nelle mie mattine, ho realizzato che non puoi tornare.
E proprio adesso, proprio quando ho capito che non saresti più tornato nella mia vita, nelle mie giornate ho iniziato a sentirti vicino.
Mi chiedevo ossessivamente cosa fossi diventato, se un angelo o il nulla, mi domandavo se tu stessi bene.
E quando ho smesso di interrogarmi ho cominciato a percepire che si, tu sei qui.Ad un passo o due da me.
E sorridi.
Si Stè, tu indossi il tuo sorriso migliore sperando che io lo veda, che lo senta, sperando di contagiare anche me.
Posso sopportare la tua assenza, posso convivere con la rabbia nell' averti perso, posso accettare questo dolore insano se so che alla fine dei miei giorni, ti riavrò con me.
E dimenticherò il buio, la notte, il pianto, il sangue, il digiuno, la cenere.
Vedrò solo il tuo sorriso.Sentirò solo il tuo abbraccio.
E allora improvvisamente i giorni giorni senza te, i giorni del dolore saranno solo un' eco grottesco troppo distante per essere udito.O ricordato.