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La coppia felice, Roberto e Annarita, così li definivano gli amici, per il loro rapporto, così pieno, con totale condivisione di vita, da qualche tempo non erano più tanto felici, al contrario... Qualcosa s?era incrinato nel loro rapporto: lunghi silenzi, domande non espresse, risposte non richieste... sembrava che ciascuno vivesse la propria vita, pur continuando a stare insieme. Lei, Annarita, spesso, almeno tre volte la settimana, più o meno nelle stesse ore, si allontanava dal lavoro, senza dare alcuna spiegazione, o adducendo dei pretesti che, in breve, si rivelarono inconsistenti, e spariva per interi pomeriggi; lui, Roberto, pur avendo notato queste strane, quasi furtive sortite della moglie, fingeva di non accorgersene, e, amandola molto, temendo di scoprire qualche triste, amara verità, dissimulava la sua angoscia, ostentava un?indifferenza che era ben lontano dal sentire. E i loro incontri si riducevano sempre più, consumati da quei testardi quanto assurdi silenzi. Si erano sempre detto tutto, fino a qualche tempo prima! Cosa mai aveva potuto cambiare il loro splendido rapporto? Annarita avrebbe voluto, dovuto parlargli, dirgli la verità, circa le sue ?fughe?, ma non osava, temeva le sue reazioni, voleva prima essere sicura della svolta che stava per dare alla sua vita, che inevitabilmente avrebbe coinvolto la vita di lui; Roberto, a sua volta, che osservava, pur con circospezione, il volto di lei radioso, ad ogni suo rientro, gli occhi sognanti, rifuggiva da qualsiasi tipo di approccio, per viltà, per timore di perderla definitivamente. E il tempo passava, e le cose tra loro non mutavano: indifferenza da parte di lui, sotterfugi, stupide, prevedibili bugie da parte di lei. E come avrebbe potuto parlargli della gioia che provava per ogni minuto passato con lui, della sua dolcezza, di quello sguardo adorante, dell?amore che li legava ormai tanto da non poter più sopportare di stare l?uno lontano dall?altra! Erano intanto passati molti mesi, in questa condizione di assurda convivenza, e i turbamenti di entrambi si erano trasformati in una sorta di doloroso rancore reciproco, finchè, allo stremo della sopportazione, Annarita decise che era arrivato il momento della verità. Era una dolce, serena sera di maggio, seduti in giardino, circondati dai fiori appena sbocciati, dal profumo inebriante, silenziosi come ormai da molto tempo, solo poche, indispensabili battute, sorseggiavano svogliatamente una bevanda e Annarita fece un lungo respiro, come prima di una corsa, e cominciò a parlare, prima sommessamente, poi sempre più appassionata del loro rapporto, della loro vita, del suo incontro puramente casuale... egli, col cuore in tumulto, non riuscì a sentire più nulla, era terrorizzato, solo gli giunse, come un?eco lontana ?domani... ?. Annuì col capo, poi si alzò e ?a domani, allora? disse. Quella parola gli ronzò nella testa per tutta la notte. Che cosa sarebbe accaduto l?indomani?, l?avrebbe lasciato per l?altro? Era sicuro ormai che c?era un altro. E non si sbagliava. L?indomani Annarita andò nel suo ufficio, non sola, e gli disse ?ti presento Antonio! Se anche tu lo vorrai, potrà essere parte di noi...? Roberto, frastornato, incredulo, felice, guardò quel bambino dagli occhi di un colore indefinibile, dolci, che esprimevano tutto il suo desiderio di ricevere e dare amore. Era un bambino di circa dieci anni, affetto dalla sindrome di down che lo guardava con fiducia e speranza, e quello sguardo che aveva fatto innamorare a prima vista sua moglie, fece innamorare anche lui con la stessa rapidità di un fulmine guizzante. Li abbracciò entrambi, con gratitudine, e, semplicemente, affettuosamente, disse ?andiamo a casa, è ora di pranzo!? Ricominciava la vita, anzi una nuova vita, certamente arricchita, di amore più grande, più consapevole.
Anche questa può essere la nostra vita...
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