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Dedica a cui stai rispondendo

E? lunedi di Pasquetta. I giorni di festa sono terribili di per sé, ma qdo arriva la primavera e il sole, allora diventano agonia. Qdo senti le voci dei ragazzi che cantano, qdo gli usignoli si appoggiano su un ramo verde davanti alla tua finestra e la temperatura è perfetta e non ci sono nemmeno il caldo o il freddo a distrarre l?anima con la sofferenza del corpo.

Per le persone che non sanno vivere, i giorni come questi, sono feroci. Diventa impossibile trovare il proprio angolino in cui poter riporre la corazza e respirare senza affanno, lentamente, con gli occhi chiusi. Occhi che annaspano, che non vogliono vedere, occhi strabici che non vogliono esser visti.

Fuori c?è troppa luce, stride dentro come un ferro rovente, ti contorci dilaniata e i tuoi pensieri scappano disperati alla ricerca di un rifugio, del sollievo, rimbalzano nella mente rincorsi dagli echi della loro sofferenza. Chiudo la finestra e tiro le tende, non posso sentire altro che il tanfo dell?aria che a poco a poco faccio appassire insieme a me, sigillata dentro questa stanza come in una bara. Respiro l?odore della solitudine.

Non voglio che arrivi l?estate con la sua dolce calda carezza, non voglio vedere il cielo limpido stellato, non voglio sentire l?alito del vento sulla nuca, non ditemi che potrei essere felice, che esiste l?allegria, la vividità straripante delle emozioni, i piedi nudi nell?erba, lo scoppio di una risata, tuffarsi nell?acqua fredda che lascia senza respiro.
Io riesco appena vedere il bagliore della luna, su quello specchio d?acqua.

Forse un giorno qlle sensazioni devo averle vissute, perché mi mancano tanto. Ma adesso, ho solo la debolezza per guardarle da lontano, perché la distanza fa meno male, ti distrugge sì, ma lentamente e per gradi, con il tempo dell?assuefazione.
Il dolore non mi coglierà più impreparata.