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"E già Orfeo tornava, vinto ogni pericolo,
ed Euridice veniva verso la luce del cielo
seguendolo alle spalle (così impose Proserpina),
quando una follia improvvisa travolse l'incauto amante,
da perdonare certo, se soltanto gli dei Mani sapessero perdonare.
Orfeo già presso la luce, vinto d?amore,
la sua Euridice si voltò a guardare.
Così fu rotta la legge del duro tiranno,
e tre volte un fragore s?udì per le paludi d?Averno.
?Quale follia? ella disse, ?rovinò me infelice,
e te, Orfeo? Il fato avverso mi richiama indietro,
e il sonno della morte mi chiude gli occhi confusi.
E ora, addio: sono trascinata dentro profonda notte,
e non più tua, tendo a te le mani inerti?.
Le Georgiche di Virgilio
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