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Fai un bilancio, ora. Fai un bilancio dei tuoi giorni, se vuoi.
Lo specchio d'acqua riflette la tua figura piena e soda.
Hai portato con te due vasi. Il vaso nero e il vaso bianco.
Presto calerà la sera.
E con il sole se ne andranno i dubbi e le incertezze.
Quell'uomo duro, picchia il suo martello sul tuo cuore, come fosse un'incudine su cui forgiare ferri.
Catene che imprigionano il passato, lasciando segni sui tuoi polsi stanchi e bruciature vive da lenire.
A nulla valgono parole dette ed ascoltate. Perché il Nulla le ha raccolte e le ha bruciate.
La sua casa, rifugio dei suoi danni, chiude le porte al mondo e lascia te in affanno.
E giù il dolore e il pianto.
Così, incredula, giri per stanze e anime e orecchie e suoni. Finchè una voce più forte delle altre a lui grida "Lei muore!".
Ma le tue orecchie non ti hanno mai ingannato: era proprio e solo il tuo, il più alto grido.
E con infinito disappunto lui slacciò i fili e sciolse le catene. Perché quell'urlo non venisse udito.
E a vita rinata, ricostruisci i giorni andati, mondandoli dei vizi e degli orrori, portando insieme a te la tenera speranza di un domani verde e rosa.
Te, sposa.
Quell'uomo a cui regali baci appassionati, ti cura le ferite e stende le ali a proteggere il suo bene.
E notti e giorni di cieca devozione. In quel giaciglio unito hai trovato gioia e comprensione.
Poi Tempo passa e tutto un po' sbiadisce.
Il cuore umano è privo di coscienza se dice: "sì, per sempre" e poi si storce e si contorce nel quotidiano vivere perché non si accontenta.
E le figure, di ieri e del tuo ora, si sovrappongono e levano il respiro.
"Se io potessi, ti aprirei la porta".
Ma resti e resterai per sempre. Per una gratitudine che ha steso il velo ed ha reso meno forte il tuo dolere.
E adesso, il ventre che ha partorito i frutti del suo amore è tondo dell'età che avanza e porta a te una grazia celeste di passione.
Non più intrecci o burrascose notti, ma teneri giacigli e sereni abbracci.
Quando il mondo si scolora e tutto in bianco e nero appare, il suo petto si offre da cuscino.
E tu riposi teneramente amante e madre e sposa.
Due vasi, questa sera, in riva al fiume dei pensieri.
Il vaso nero per metter via il passato.
Lo riempirai di urla e di paure. Per far sì che esse non debbano tornare.
Ed il suo collo stretto ti metterà l'affanno, ma riuscirai a spinger giù il gran danno.
Poi ceralacca da colare intorno e sopra, affinché sia chiuso all'aria e ai tuoi pensieri.
E nulla più traspare. E nulla più sia ricordato. E che tutto sia per sempre cancellato.
Due vasi, questa sera, in riva al fiume dei pensieri.
Il vaso bianco per credere al futuro.
Lo riempirai di olii e antiche essenze. Per profumare i giorni che verranno.
Vi troverai le parole per l'amore, e la saggezza per non credere all'inganno.
Lo riempirai di petali di rose. Per la tenerezza che essi danno.
Lo colmerai di polvere di stelle. Per rischiarare la strada di domani.
E tutto, sarà nuovo. Anche il suo nome.
Riflettete su questo oggi, riflettete anche domani.
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