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Io sono Matto. Per questo posso fare tutto quello che voglio.
Posso pure cagare per terra. Su questo pavimento così lucido.
Tutto mi è permesso.
Sono un fiume in piena, che quando meno te lo aspetti straripa!
Sfonda gli argini della normalità. Un fiume in piena mica lo
puoi fermare.
Sono incontenibile! Incorreggibile!
Io sono matto e mi sta bene così.
Così non devo fingere.
Se mi va, rido. Se no, no!
Il mio pensiero è libero di andare, oltre il mio corpo, oltre ogni legge.
Al di là di tutte le bugie del mondo.
Io sono Matto e vivo senza struttura, disordinato.
Vivo senza punteggiatura.
Così la mia mente cresce e si sviluppa libera, come l'erbaccia che
impesta la terra.
Come l'edera, mi arrampico senza nessun senso.
Io sono io, in quanto Matto.
Mi hanno insegnato l'ordine, e la mia vita è il caos.
Di colori ne vedo tanti, proiettati su questo muro color pistacchio.
E un giorno ho pure appeso un mio ritratto, così mi posso guardare
in faccia, senza trovare mai una nuova ruga ai lati degli occhi.
Ma il Matto non obbedisce mai agli ordini.
In questo mondo dove tutti dicono sì, chinando la testa, il matto
si rifiuta, dice no: Obbietta!
Obbietta perché forse è obbiettivo, perché fotografa la realtà.
Analizza la realtà con lo zoom e sviluppa un suo pensiero, la
sua personalità.
Io sono Matto, e mi trovo abbastanza bene, qui dentro.
Tutto sommato mi sento protetto, in un guscio spesso.
La mia è una casa senza pareti, niente confini.
Finalmente posso spaziare, senza ali riesco pure a volare.
E vi guardo dall'alto.
Come siete piccoli, minuscole formichine impazzite, che vi
dannate a costruire certezze di marmellata. Nei vostri cunicoli bui,
nelle vostre personali catacombe, vi perdete.
E non c'è luce che vi possa arrivare. Non c'è una ringhiera verde
da scavalcare.
Che i confini li hanno fatti per recintare, chiudere, segregare.
Dimenticare.
Di che ci sono anch'io, ma non potete fare finta di niente.
Le vostre stupide pasticche non mi fanno niente.
Sarò irraggiungibile, correndo. Anche se fermo su me stesso.
E me ne andrò per i prati, come sull'asfalto rovente.
A piedi scalzi.
Sono Matto e rappresento la vostra Salvezza.
Quella sfocata percezione di essere nella ragione.
Io sarò sempre il torto, il distorto, l'adunco.
Sono una meravigliosa imperfezione, come uno stupendo sbaglio di Dio.
Centro di Igiene Mentale, un cantastorie tra i matti - Simone Cristicchi
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