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Ricordo tutto...ogni cosa, piccola o grande che sia.Ricordo ogni particolare del tuo corpo...d'altronde, come potrei non farlo.
Era un giorno di fine settembre...un giorno come tanti, non faceva caldo ma neanche freddo...stavo andando a scuola con due mie amiche, ridevamo,chiacchierav del più e del meno, dell'interrogazione che avremmo dovuto fare, del compito andato male...tutto come al solito.
Arrivammo in classe, e subito mi accorsi che qualcosa non andava...qualcuno piangeva, qualcun altro camminava nervoso su e giù per la classe...si respirava un'aria di tensione, di paura...Entrai, mi tolsi gli occhiali da sole, e un terribile presentimento iniziò a invadermi il cuore...per prima cosa iniziai disperatamente a cercarti nella classe...non c'eri.
Corsi in bagno, ti chiamavo...ma tu non c'eri.
Salii di corsa le scale, primo piano, secondo piano, terzo piano...chiedevo a tutti se ti avevano visto...ma tu non c'eri.
Iniziai a piangere...iniziai a capire che era successo qualcosa.Qualcosa di negativo...
Tornai in classe...una mia amica mi corse incontro e venne ad abbracciarmi.Mi stringeva forte, con gli occhi rossi, gonfi di lacrime...
Mi scostai bruscamente e con la voce rotta dal pianto chiesi cos'era successo...ma nessuno mi rispondeva.
COsì iniziai ad urlare, a gridare...
"Ditemi cosa ca**o è successo!..."...chissà quante volte l'ho ripetuta questa frase.
Poi, finalmente un mio amico parlò...e disse ciò che più temevo...
"Dani ha avuto un incidente con la moto ieri sera, al bivio dopo il centro...ora è in ospedale,è in coma...ma vedrai, ce la farà..."
No...no!...all'imp mi tornò in mente tutto...capii il motivo per il quale il tuo cellulare la sera prima squillava a vuoto...capii perchè non mi rispondevi...e io che pensavo che fossi arrabbiato con me...
iniziai a sentirmi male...fu come se avessi un coltello nel cuore...indietreggiai...pian non riuscivo a fermarmi...non ci vedevo più,le lacrime mi offuscavano tutto...
presi le chiavi del motorino della mia amica e partii...volevo venire in ospedale...volevo vederti...tutti dietro che mi chiamavano, urlando di non andare subito, perchè avrebbe potuto essere pericoloso...non me fregava niente...volevo venire da te...Arrivai in ospedale che erano quasi le nove.
Chiesi di te, e corsi verso la tua camera...e ti vidi lì.Immobile, bianco,freddo... con il tuo solito sorriso sul volto.C'erano anche i tuoi genitori...tua mamma in lacrime, tuo padre con il viso contratto dal dolore...appena mi videro, mi sorrisero, e uscirono dalla stanza...Ti presi la mano, iniziai a parlarti...ti pregavo di aprire gli occhi, di svegliarti...la nostra favola non poteva finire...non così...
Ma tu, niente...restavi lì,inerte...così cacciai il lettore cd e ti misi le cuffie nelle orecchie...
"Accocolati ad ascoltare il mare, quanto tempo siamo stati senza fiatare..."...quella era la nostra canzone...non potevi non svegliarti, amore...non potevi...
Ma tu continuavi a dormire...Misi una sedia vicino al tuo letto, mi sedetti e continuai a parlarti...ti parlavo di tutto, tutto...ti dicevo "ti amo"...perchè io ero convinta che tu potessi sentirmi...
Verso l'una, tua madre entrò,mi disse di andare a mangiare qualcosa...ma io non avevo fame...così andai in bagno, e poi mi presi una lattina di tè al distributore al piano di sotto...risalii, e lasciai che i tuoi genitori stessero un po' soli con te...uscii, chiusi la porta, e mi ci appoggiai...piangevo...ma credevo che tu ce l'avresti ancora potuta fare...
verso le tre e mezza vennero tutti i nostri amici, della classe e non...ti portarono un cartellone, con scritto "Dani, apri gli occhi!"...qualcuno mi portò un panino, qualcun altro ti portò un peluche...verso le sei, se ne andarono...
E io ricominciai a parlarti..."Dani, per favore...Dani...ti prego...svegliati...sono quì Dani...ti amo Dani..."...ma tu non aprivi i tuoi meravigliosi occhi azzurri...verso le nove e mezza, mi addormentai sulla sedia, con il viso e le braccia sul tuo letto...era più o meno mezzanotte, quando mi svegliai sentendo voci agitate, tua madre che urlava, tuo padre piangeva, i medici che correvano nella camera e mi dicevano di uscire...no...no amore...no, non volevo lasciarti...non potevi lasciarmi...
eppure, un quarto d'ora dopo, un medico uscì dalla camera, e disse a tua madre che te n'eri andato...tua madre iniziò a gridare...forte...fortissimo padre piangeva, e cercava di prenderla...e io...io iniziai a chiamarti, a urlare...iniziai a tirare calci al muro, alle sedie...singiozzando, cominci a tirare pugni al petto di quel medico, quello che non era riuscito a salvarti...
te n'eri andato...il mio amore era volato via...
Sono passati 9 mesi da quel maledetto giorno...e mi sembra di sentire ancora sulle mie labbra il sapore dei tuoi baci...mi sembra di sentire ancora le tua mani scivolare lente sul mio corpo...mi sembra di sentire ancora la tua voce, che mi chiama "patatina"...mi sembra di sentirmi ancora tua...ma ti raggiungerò un giorno...e lì continueremo la nostra favola, interrotta atrocemente a metà...
Ti amo, Dani...
tua
patatina
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